L’inchiesta sui furti in ville e appartamenti è nata dopo l’incendio di un’autovettura al Borgo Vecchio a Palermo. Gli agenti di polizia della squadra mobile s’insospettirono visto che l’auto era intestata ad una donna romena.

Da questo episodio sono partite le indagini coordinate dalla procura di Palermo che hanno portato a 14 richieste di arresti, 12 eseguiti nella notte tra i cunicoli e le case fatiscenti di Ballarò e Borgo Vecchio e due ancora da eseguire.

I provvedimenti sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Palermo.

Due uomini sono fuggiti e si troverebbero in Romania. “La banda per mettere a segno i colpi utilizzava le badanti romene che vivono da anni a Palermo – spiega il capo della mobile Rodolfo Ruperti – e lavorano nelle case dei palermitani. Non si tratta solo di furti ma anche di rapine a volte anche violente come quella ai danni di un’anziana nel centro del capoluogo”.

Il reclutamento delle donne di servizio avveniva sempre nello stesso luogo. “I componenti della banda – dice Carmine Mosca dirigente della sezione criminalità stranieri – trovavano facilmente nel mercato di Ballarò dove trascorrono nei pub le ore libere. Tra i tavolini dei locali iniziavano i contatti quei rapporti che consentivano agli uomini di ottenere le informazioni utili per mettere a segno i furti e le rapine”.

I palermitani si fidano delle loro donne di servizio tanto che lasciano loro le chiavi delle abitazioni. Come un noto medico chirurgo plastico palermitano che fuori per un viaggio aveva lasciato le chiavi alla donna che lavorava da mesi in casa. Al suo ritorno non ha trovato né la donna di servizio né mobili, arredi e oggetti preziosi.

La banda aveva ripulito tutto. Duecentomila euro il valore di quello portato via. La donna è stata arrestata questa mattina a Cremona. Un altro arresto, di un altro romeno è stato eseguito a Piacenza. Gli altri dieci tutti nel capoluogo siciliano. Nel corso delle perquisizione al capo della banda Constantin Ilioae sono stati trovati orologi, televisori, telefonini.

Negli slip della sua compagna incinta una poliziotta ha trovato 6.500 euro. Nell’ordinanza sono contestati 30 tra furti e rapine, ma è possibile che la banda in due anni sia responsabile di un centinaio di colpi messi a segno tra le province di Palermo, Messina, Agrigento e Trapani.

L’unico palermitano arrestato è Michele Tirone, 45 anni aveva il compito di garantire l’appoggio logistico e le auto per fuggire via dalle ville e dagli appartamenti una volta finito il colpo.

Nel corso dell’inchiesta sono stati denunciati anche i ricettatori palermitani che acquistavano l’oro e gli oggetti di furti e rapine.

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