La banda composta da nove giovanissimi palermitani residenti per lo più tra il quartiere Capo e i Danisinni sarebbero i responsabili di una ventina di colpi secondo le indagini della squadra mobile di Palermo.

Con il metodo della spaccata hanno messo a segno o tentato i colpi alla gioielleria Cordaro, alla gioielleria Palumbo, all’agenzia di scommesse Intralot di corso Calatafami, alla gioielleria La Perla, alla profumeria Naima via Ausonia, alla gioielleria Mignosi via Terrasanta, alla gioielleria Amato via Cuba. E ancora due colpi al negozio Tim via Marchese di Roccaforte, alla Boutique della radio via Roma e all’agenzia di scommesse Slot and Games.

Il capo dell’organizzazione che da febbraio ha terrorizzato i commercianti di Palermo e non solo del centro storico è Angelo D’Anna di 27 anni.

La banda poteva contare su una serie di figure professionali ben precise. C’era il fabbro esperto nel far saltare le serrature e usare il flex, l’elettricista che conosceva bene i sistemi di allarme e i giovanissimi che utilizzati per i sopralluoghi prima del colpo.

“Sono ventina i colpi ricostruiti, ma grazie alla nostra azione di contrasto ne abbiamo sventate almeno altrettanti – afferma Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo – Una banda composta di giovanissimi, tra loro anche tre minorenni, molto determinata. Aveva una struttura operativa che riusciva attraverso schede sim dedicate a realizzare durante i colpi una conferenza telefonica a garantirsi possibili vie di fuga non appena venivano avvistati gli agenti di polizia. I primi colpi sono stati messi a segno in centro poi hanno iniziato a colpire anche i negozi di altre zone della città”.

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