Il gup del tribunale di Palermo Filippo Serio ha rinviato a giudizio Marco Ricci, 42 anni che lo scorso anno a giugno avrebbe ucciso la moglie di 37 anni Anna Maria Scavo dentro un negozio di scarpe a Carini. Con la donna si era separato nel 2018. I fatti risalgono a giugno dello scorso anno.

Anna Maria Scavo venne uccisa in un negozio di scarpe in corso Italia, a Carini, dove lavorava come commessa. Secondo l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dai sostituti Maria Rosaria Perricone e Giulia Beux, Ricci avrebbe incontrato la donna con l’intento di aggredirla.

Resta però da chiarire come siano andate realmente le cose nell’attività commerciale dove intervennero i carabinieri e anche i vigili del fuoco. L’uomo si era presentato con il figlio 14 enne. Secondo quanto ha raccontato Ricci fra la donna e il ragazzo sarebbe nata una violenta lite durante la quale la Scavo avrebbe impugnato un taglierino. Il padre per difendere il figlio le avrebbe strappato dalle mani l’oggetto che sarebbe stato utilizzato come arma e colpendo la donna alla gola.

Un taglio che in pochi minuti non aveva lasciato scampo alla vittima. A quel punto il 42enne, difeso dall’avvocato Giuseppe Siino, chiamò il 112 ma quando i carabinieri arrivarono in corso Italia lui e il figlio si erano barricati nel negozio. Da qui l’intervento dei vigili del fuoco. Il processo inizierà ad ottobre. Resta da valutare la posizione del figlio difeso dall’avvocato Paolo Grillo.

Per il minore, difeso dall’avvocato Paolo Grillo, si attende invece la conclusione delle indagini. Rischia il rinvio a giudizio per omicidio in concorso. È arrivata intanto la relazione che accompagna la perizia richiesta dalla Procura dei minori secondo cui il figlio della coppia avrebbe la piena capacità di intendere ma non di volere. Il giovane dunque sarebbe capace di distinguere il bene dal male ma avrebbe una volontà che sarebbe condizionata dal rapporto con il padre e con il resto della famiglia d’origine.

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