La difficile ripartenza investe tutti i settori, non ultimo quello dello spettacolo e di tutto l’indotto che ruota attorna a teatri e spettacoli. Ora la ripartenza per la categoria sembra delineata per il 15 giugno prossimo ma dai lavoratori viene la richiesta di regole per la sicurezza ma anche coperture reddituali

Ieri mattina gli Autorganizzati dello Spettacolo di Roma hanno manifestato simbolicamente davanti al Teatro Valle e al Teatro Argentina, a pochi passi dal Ministero dei Beni Culturali. Le lavoratrici e i lavoratori (attori, tecnici, danzatori, artisti di strada, musicisti, impiegati) chiedono a gran voce che l’annunciata riapertura del settore prevista per il 15 giugno avvenga garantendo sicurezza sanitaria e reddituale a tutti i lavoratori, che devono diventare interlocutori privilegiati delle istituzioni.

Per i lavoratori dello spettacolo sono state previste dal Governo solo misure tampone economicamente insufficienti. Ancora non è stato istituita una forma di sostegno al reddito che traghetti fuori dall’emergenza ogni lavoratore, dato che la crisi del settore durerà ancora molto oltre il 15 giugno.Nel corso della giornata sono stati affissi fuori numerosi teatri e spazi culturali della città striscioni e volantini.

Il collettivo Autorganizzati Spettacolo Roma, in coordinamento con i collettivi di lavoratori dello spettacolo nati in tutte le regioni italiane, in seguito all’emergenza covid 19, ha prodotto un documento indirizzato alle istituzioni con le richieste dei lavoratori per affrontare la crisi.

Ecco alcune delle richieste contenute nel documento che il coordinamento ha redatto:

Un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici, quindi alla presenza di ministeri e INPS;
• Un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica.

“In caso di mancata convocazione urgente di un tavolo entro il 30 maggio, alla presenza delle rappresentanze delle categorie firmatarie del presente documento e delle diverse rappresentanze sindacali – scrivono i lavoratori -, preannunciamo la proclamazione di uno stato di agitazione permanente, con Manifestazioni unitarie nelle principali piazze italiane, fino allo sciopero di tutto il comparto e di tutte le azioni che riterremo più opportune”.