Gli inquirenti la definiscono la “fedele cassiera” della cosca, la ragioniera di Matteo Messina Denaro. Ruolo delicatissimo e allo stesso tempo di primissimo piano. E lo avrebbe rivestito almeno per una decina di anni. Parliamo di Rosalia “Rosetta” Messina Denaro, sorella dell’oramai ex latitante, finita in manette tre giorni fa. Il suo profilo viene tratteggiato dalla Procura e dal Gip del tribunale di Palermo nell’ordinanza di custodia cautelare. Una donna che potrebbe sapere molti, moltissimi segreti. Per aver avuto un ruolo del genere deve necessariamente custodire anche importanti passaggi interni a cosa nostra nell’ultimo decennio. Una sorta di scrigno.

“Obbligata a rendicontare”

Gli inquirenti non hanno dubbi: “Rosetta” svolgeva il compito, in modo costante e ripetuto almeno negli ultimi 10 anni, di fedele cassiera della cosca. “Obbligata a rendicontare scrupolosamente al capomafia ogni spesa affrontata o ogni somma elargita ai sodali” si legge. Fattore questo che secondo la Procura è immediatamente desumibile da un’ulteriore espressione utilizzata dal latitante in uno dei pizzini. “Mi fai sempre lo spekkietto finale, così so quanto è la cassa”.

I pizzini

Un profilo che viene fuori dall’analisi dei pizzini. I carabinieri li hanno ritrovati in uno dei covi di Matteo Messina Denaro, un immobile in uso a Rosalia. Si parla di “eccezionale valore indiziario dello scritto”. Gli scritti sono quelli rinvenuti nascosti nell’intercapedine di una sedia e in una botola nel sottotetto della casa di campagna di contrada Strasatti di Campobello di Mazara.

Un lavoro da ragioniera

Un lavoro certosino quello della sorella del latitante. Annotava tutto, i soldi che prendeva per sé, quelli che elargiva con accanto anche i nomi. C’erano annotati anche gli “stipendi” che venivano pagati ai fedelissimi, ch incassavano 1.500 euro al mese grosso modo. E poi veniva fatto un saldo finale tra entrate, uscite e quel che rimaneva in cassa.

Tutto da decifrare

Questi scritti sono ritenuti essenziali dagli inquirenti. Nel senso che possono rivelare davvero moltissimo, allargando la rete dei fiancheggiatori. Ma dovranno essere decifrati. Ci sono infatti molte cifre, simboli, lettere e soprannomi che apparentemente non hanno alcun senso. “Pizzini scrive il Gip di Palermo – tutti aventi a oggetto persone, somme di denaro, vicende sulle quali occorrerà svolgere approfonditi accertamenti”.

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