“Renzi sa che sta per perdere gli enti locali in Italia, li perderà su tutti i fronti, la Regione Siciliana nel 2017 eleggerà il primo governatore 5 stelle del Movimento”.

Ne è sicuro il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che si espone quasi come un vate durante un incontro pubblico con i militanti del M5S a Genova. Una previsione forte che si basa sugli umori che arrivano dal territorio, su quanto percepito durante a Italia a 5 stelle, su quello che i militanti siciliani gli raccontano.

E la possibilità concreta che la Sicilia regali al movimento il suo primo governatore sembra essere consistente e non solo propagandistica dunque Di Maio la usa per ‘caricare’ le truppe anche nel resto del Paese. Ma prevede anche la sconfitta nella corsa a sindaco di Palermo “Per essere eletto sindaco in Sicilia, con la nuova legge Pd sui Comuni, la maggioranza non è più il 50% più uno – dice Di Maio – è diventata il 40%. I primi cittadini possono essere eletti al primo turno con il 40% dei consensi, abbassano la soglia per evitare di andare a scontrarsi con il M5S al ballottaggio, hanno paura di perdere”.

Ma i conti si fanno nelle urne. Se a settembre una vittoria M5s sembrava più che probabile, oggi il movimento deve fare i conti con la vicenda delle firme false che, anche se non ha avuto effetti sulle elezioni comunali del 2012 quando i moduli irregolari sarebbero stati depositati, ha creato un poco di scompiglio soprattutto dentro la casa pentastellata. Più che l’immagine del movimento quello che va a pezzi è l’unità degli attivisti e in vista di una elezione questo è un elemento di debolezza.

“Le presunte firme false nelle lista del M5s alle amministrative del 2012 a Palermo sono  come il terzo segreto di Fatima, no comment” ha detto ieri sera il governatore Rosario Crocetta a margine di una conferenza stampa sui rifiuti. Lui che sarà un ‘competitor’ per la riconferma sceglie di non alimentare la polemica. Deve essersi morso la lingua per non rispondere alla domanda visto che caratterialmente è un personaggio che parla sempre di tutto e di tutti.