La vita allo Zen non è semplice. Massimiliano Zarcone e Benedetto Moceo intercettati parlano della notte appena trascorsa nel corso della quale il commissariato San Lorenzo ha messo a ferro e fuoco il quartiere.

“Il terremoto è successo questa notte”, dice Moceo. “Di nuovo?” ribatte Zarcone. “Minchia, la San Lorenzo (verosimilmente si riferisce all’omonimo Commissariato di Polizia, ndr) non ci ha dato pace! Non ci ha dato pace!”.

E Moceo aggiungeva “Saliva e scendeva! Saliva e scendeva! Addirittura si sono fermati e hanno spento le luci e hanno bloccato un cliente di quello del mezzo”. E aggiunge Moceo: “Hanno bloccato un cliente di quello del mezzo, dove c’è la scuola.

L’hanno assicutato (inseguito, ndr) e l’hanno portato in caserma. Dopo un quarto d’ora, spunta l’Alfone e la Bravo (si riefrisce verosimilmente alle autovetture del Commissariato di P.S., ndr)… Zuuu! Zuuu! Pappetee! (Espressioni onomatopeiche verosimilmente riconducibili alle modalità d’intervento della poliziandr) E sono entrati nel mezzo!

Una notte lunghissima nella quale i carabinieri hanno fatto un sequestro di droga. Un intervento che i pusher chiamano la zampata. Moceo “Aspe’, ci ficiuru a zampata! (verosimilmente si riferisce all’attività svolta lì dalla Stazione CC San Filippo Neri con sequestro di sostanza stupefacente sul padiglione 3, ndr) E Toni (Antonino Mazza ndr) gli ha fatto il cazziatone a lui! Gli ha fatto il bordello! Massimo, fattelo raccontare da Tonino, dice: “come, gii hanno fatto la zampata a quello e tu mi lasci a quello solo?!” – dice, (verosimilmente Mazza deve aver rimproverato il complice del pusher fermato dai carabinieri perché non ha coadiuvato il complice, facilitando la ‘zampata’ dei militari, ndr).

I carabinieri se ne sono andati ma poi sono tornati di nuovo con la Subaru e la Stilo (si riferisce alle autovetture della Stazione CC San Filippo Neri, ndr). Un quartiere assediato lo Zen.

Una presenza che crea problemi. Enormi problemi. “Si sono posteggiati qua. Minchia trova e spuntano due clienti e si posteggiano. Io che ho fatto, sono uscito di bella (espressione dialettale: spavaldo, determinato, ndr) minchia.

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Non ne ho visto Volanti (pattuglie P.S., ndr), ti giuro a mia madre, non ce n’erano! Minchia, basta! Prendo il mezzo (dose da mezzo grammo di cocaina, ndr) e glielo do a quello e se ne va… prendo la stecca di fumo (dose di hashish, ndr) e gliela do a quello… minchia il cliente… il cliente sale nella Punto, Tonino mette la prima, per come esce di qua, accende le luci e si vede l’Alfone (autovettura della P.S., ndr), là, di fronte, ferma, però che non guardava a noialtri.

La fortuna mia è stata questa. Guardavo a loro dentro il mezzo che avevano il cliente fermo che gli stavano facendo il passaggio (si riferisce ad altri pusher, estranei alla loro organizzazione, ndr)… minchia, appena il cliente è uscito da loro… Maria, ma che ha fatto l’Alfone?!

Ha messo in moto e l’ha bloccato là! Sono stati mezz’ora fermi là. Se ne sono andati… se ne sono andati… ci dissi: “picciotti, vedete che adesso spunta! Spuntano di qua tutti a manetta e s’infilano diretti là! Si fermano nella carrittella di tuo suocero”- come minchia si chiama? – “la lambretta di tuo suocero”… comunque l’hanno messa sotto sopra, la prendevano, l’alzavano, la prendevano, l’alzavano… sono andati a finire dove per ora ho le cose io (verosimilmente si riferisce ad un luogo di occultamento della sostanza stupefacente, ndr), quello che murritiava (ispezionava, ndr) nei catenacci… dissi: mi’, stanotte il danno è incomprensibile se ne vanno gli sbirri… ci dissi: “Moceo, io mi sto andando a levare le mie cose (le dosi di sostanza stupefacente occultate, ndr) da là e me li metto da un altra parte”.