Con la composizione delle commissioni parlamentari oggi si completa l’istituzione degli organi del Parlamento regionale siciliano. Per entrare nel pieno della propria attività l’Ars dovrà, quindi, solo eleggere i presidenti delle singole commissioni e fra Natale e Capodanno cominciare a fare sul serio.
Oggi, dunque, dopo una lunga trattativa durata fino a tarda ora, nella seduta convocata per le mattina, il Presidente Miccichè annuncerà la composizione delle Commissioni e le insedierà. Con il nuovo ordinamento dell’Ars a 70 ogni commissione sarà composta da 13 e non più da 15 elementi. Ma chi ha fatto la riforma otto anni fa, non ha fatto bene i conti. Così ci sono da coprire 78 posti ma ci sono solo 70 deputati. La divisione verrà fatta proporzionalmente fra i gruppi e ci saranno deputati con due incarichi.
A rallentare la scelta dei componenti delle Commissioni è stata la mancata formalizzazione del gruppo misto nel quale, all’ultimo momento, è confluito Cateno De Luca che ha polemicamente lasciato l’Udc, mentre dallo stesso gruppo misto sono venuti meno i due deputati di Sicilia Futura visto che ieri Miccichè ha firmato la deroga permettendo loro di fare gruppo anche se sono solo due. Il misto, quindi, conterà su Claudio Fava, Tony Rizzotto e Cateno De Luca. Un bel fritto misto, appunto.
Per le commissioni speciali dell’Ars ecco i nomi indicati dai gruppi parlamentari: Commissione per la verifica dei poteri: Alessandro Aricò, Rossana Cannata, Carmelo Pullara, Eleonora Lo Curto, Antonio Catalfamo, Giampiero Trizzino, Baldassare Gucciardi e Matteo Mangiacavallo. Commissione per il regolamento: Elena Pagana, Margherita La Rocca Ruvolo, Michele Mancuso, Giuseppe Lupo, Giusy Savarino, Roberto Di Mauro, Nicola D’Agostino, Elvira Amata. Commissione per la vigilanza sulla biblioteca: Stefano Pellegrino, Gianina Ciancio e Francesco De Domenico.
Oggi le Commissioni ordinarie poi il via libera alle riunioni delle stesse commissioni insediate per l’elezione, al loro interno, del Presidente. E proprio le presidenze delle Commissioni saranno terreno di nuovo scontro ed occasione per la maggioranza di riparare al torto lamentato da Fratelli d’Italia, formazione proprio della maggioranza rimasta fuori dall’ufficio di presidenza. Gli uomini e le donne di Giorgia Meloni hanno protestato e sembravano essersi calmati quando Miccichè ha promesso un cambiamento del regolamento d’aula per fare spazio ma poi la protesta è tornata ad esplodere quando la maggioranza ha votato un candidato del Pd, Nello Dipasqale, per la terna dei deputati segretari (c’era un precedente accordo per tagliare fuori i 5 stelle ma palesemente impossibile da far passare con i numeri d’aula).
Per Miccichè si è trattato di un atto di cortesia istituzionale visto che il Pd per numeri e spaccatura rischiava di restare fuori da tutto, e la maggioranza ha così dimostrato di essere diversa da quella precedente e di non fare il ‘tutto mio’.
Per riparare ai torti Fratelli d’Italia vorrebbe, adesso, due presidenze di commissione ‘pesanti’ insomma due sulle tre più ambite che sono la I Affari Istituzionali, la II Bilancio e la VI Salute e Sanità ma non è facile che possa andare così. La Territorio e Ambiente è chiesta dall’opposizione 5 stelle, la Cultura dal Pd. Resterebbero sul piatto per il resto della maggioranza una delle tre principali e la Commissione Attività produttive. Ma questo sarà l’argomento di oggi e forse anche oltre.
Bisogna sbrigarsi, però, perchè serve subito almeno una Commissione Bilancio operativa per l’invio dell’eserczio provvisorio da parte del Governo, documento che deve essere vagliato e arrivare al più presto in aula per l’approvazione che eviti il blocco totale della spesa regionale
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