Ritorna sull’altare della chiesa del Santissimo Salvatore, per il quale fu creata, la splendida pala cinquecentesca che raffigura Sant’Orsola.

Domani, sabato 22 ottobre alle 17, la tavola verrà ricollocata al suo posto, alla presenza dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice. Saranno presenti monsignor Gaetano Tulipano, rettore del Santissimo Salvatore e canonico della appella Palatina; monsignor Giuseppe Randazzo, direttore del Museo Diocesano; Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente degli Amici dei Musei siciliani che gestiscono la fruizione della chiesa; Pierfrancesco Palazzotto, vicedirettore del Museo Diocesano e il critico Piero Longo.

Il Santissimo Salvatore è tra i monumenti più visitati de Le Vie dei Tesori. Il pubblico accorre per scoprire l’inconsueta pianta a croce ellittica definita dalle quattro cappelle maggiori, gli stucchi e i marmi mischi; e per salire sulla cupola da cui si ammira l’intera città. Anche in questo weekend – il penultimo de Le Vie dei Tesori – SS. Salvatore sarà aperta domani dalle 10 alle 15.30 e domenica alle 13 alle 17.30. Si potrà salire sulla cupola ogni giorno, dalle 10 alle 17.30.

Straordinaria la storia di questo monumento e delle sue opere d’arte. Negli anni Venti del ‘900 il complesso fu dichiarato inagibile e il Genio Civile decise che dovesse essere abbattuto; ma si sollevò l’intero quartiere e non solo, tanto che la Sovrintendenza intervenne e salvò l’edificio. Ma le sue opere d’arte e i suoi arredi nel frattempo erano stati rimossi, custoditi al Museo Nazionale (oggi Salinas), al Museo Diocesano, all’Abbazia di San Martino. La pala di Sant’Orsola fu portata via nel 1929, 87 anni fa, e custodita da allora al Museo Diocesano. I bombardamenti del ‘43 danneggiarono gravemente la splendida cupola dipinta da Vito D’Anna. Nel 1959 intervenne l’architetto Franco Minissi che doveva trasformare la chiesa in auditorium, ma il progetto non fu mai completato. Le due anime della chiesa – spazio polivalente e luogo di culto – hanno convissuto  serenamente finora. Nessuno degli arredi è mai tornato “a casa”. La pala di Sant’Orsola, recentemente restaurata dalla Sovrintendenza, è quindi il primo passo verso la sua riconfigurazione iconografica. Il restauro ha permesso anche l’attribuzione della tavola: gli studi di Maria Reginella hanno infatti permesso di individuare la mano del fiammingo Simone de Wobreck, attivo a Palermo tra il 1558 e il 1587.

Sarà anche presentato un volume sul monastero e sulla chiesa realizzato dagli Amici dei Musei.   L’Associazione Amici dei Musei Siciliani, che gestisce il complesso del SS.Salvatore, sotto l’alta sorveglianza della Sovrintendenza ai Beni culturali di Palermo e del Centro di Restauro del Museo Diocesano diretto da Mauro Sebastianelli, l’anno scorso aveva completato la pulitura straordinaria dell’altare di Sant’Orsola, finanziata con i ricavi dei biglietti d’ingresso della chiesa. Erano anche state sostituite tutte le vetrate, e rifatti l’impianto d’illuminazione a led e il sistema di videosorveglianza. Tutto nell’attesa di accogliere i tesori. Ora finalmente, rientra la pala d’altare.

La chiesa, appartenuta all’Ordine Basiliano, fu costruita nel 1682 per volere delle monache sui resti di una più antica fabrica normanna dove la tradizione vuole abbia vestito il saio, per poco tempo, sia la regina Costanza d’Altavilla, futura madre di Federico II; che la stessa santa Rosalia, prima di ritirarsi su Montepellegrino.

“Gli interventi sull’altare di Sant’Orsola hanno permesso questo primo passo verso il rientro completo degli apparati artistici che decoravano il SS.Salvatore – interviene Bernardo Tortorici di Raffadali – e che oggi si trovano disseminati in diversi luoghi. Sapere che tutti questi lavori sono stati finanziati grazie al contributo degli ingressi turistici, rafforza l’idea che la gestione del patrimonio culturale possa (e debba) contribuire alla salvaguardia dei beni”.

Domenica sarà una giornata piena di appuntamenti, per Le Vie dei Tesori: se si cammina verso l’Albergheria, ci si imbatte nella piccola chiesa dell’Origlione, dove è stato appena portato alla luce un affresco attribuito a Pietro Novelli, che affiora sotto uno spesso strato di intonaco bianco, sullo sfondo di candidi fregi barocchi.

La chiesa domenica sarà aperta gratuitamente dalle 10 alle 18,30 grazie al main sponsor Il Gioco del Lotto; fu costruita nel ‘600 in supporto al vicino convento di monache benedettine, e fu dotata nel 1717 di un camminamento sui palazzi vicini che consentiva alle religiose di raggiungere la loggia sul Cassaro. Travagliata la storia delle sue inquiline: nel 1532 nove monache “pel desiderio di menar vita più rigida ed austera” uscirono dall’Origlione per fondare il convento dei Sett’Angeli. Al loro posto, si insediarono le monache olivetane delle Repentite, il cui comportamento scandaloso e “troppo vicino” all’abitato, fece sì che venissero dirottate in altri monasteri. Abbandonata nel 1866 per la requisizione dei beni ecclesiastici, la chiesetta il 9 maggio 1943 fu danneggiata dai bombardamenti che rasero al suolo il convento.

Sempre domenica si deve approfittare della possibilità di visitare il palcoscenico del Teatro Massimo: lo scorso weekend sono stati più di 1200 i mettersi in fila per vederlo. La visita guidata alla scoperta dei mestieri del teatro, è possibile dalle 12,30 alle 17, ma chi si presenterà al botteghino con un coupon del Festival (già utilizzato o non ancora utilizzato), potrà assistere a uno spettacolo in Sala Grande al prezzo poco più che simbolico di 5 euro, a scelta tra “Il Pinocchio (mal) visto dal gatto e la volpe” con Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, regia del Collettivo Shorovsky (29/30 ottobre), e “Babbelish, ovvero i fratelli gabbati” (3/4 dicembre).

Infine, sempre domenica, ma alle 11 alla chiesa del SS.Salvatore, un concerto che farà incontrare per la prima volta tre grandi artisti, portatori di un unico messaggio di pace e unione. Il senegalese Jali Diabate, voce ekora (l’arpa africana), il siciliano Giuseppe Di Bella, voce e chitarra, l’arabo Faisal Taher, voce e oud. Si esibiranno prima da soli, poi in un’unica performance, intrecciando suoni, culture differenti e atmosfere. In collaborazione con PromoArtPalermo di Aura Lopes. Direzione artistica: Roberto Bellavia. Biglietto: 10 euro. Parte del ricavato dei concerti verrà utilizzata per sostenere progetti di reinserimento lavorativo e sociale di ex detenuti del Malaspina.