L’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Urso commesso ad Altavilla Milicia il 25 ottobre del 2009 fu deciso da Francesco Lombardo, capo mafia della zona, adesso collaboratore di giustizia per paura che la vittima potesse raccontare della collaborazione tra lo stesso Lombardo e i servizi segreti.

E’ quanto emerge nell’ordinanza che ha portato al fermo di Luca Mantia, 31 anni, di Termini Imerese autista del commando che fece fuoco contro l’imprenditore. A fare luce è Andrea Lombardo, figlio di Francesco, anche lui collaboratore di giustizia.

Francesco Lombardo era preoccupato da quanto poteva raccontare Urso sulla sua collaborazione con i servizi dopo che l’imprenditore aveva rotto la relazione con la propria figlia.

“Come ben sapete – ha detto Andrea Lombardo nel corso di un interrogatorio – mio papà già da tempo collaborava con i servizi segreti, questa voce già da tempo era arrivata all’orecchio di altre persone diciamo a livello mafioso e naturalmente si ripercuoteva su mio papà. Questa voce era arrivata a Vincenzo Urso perché mio papà gli aveva dato la confidenza, come l’avevo io la confidenza, lo sapevano anche gli inquirenti, eravamo a conoscenza della collaborazione di mio papà con i servizi segreti sia il che il ex cognato Vincenzo Urso”.

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