“La stessa sera dell’annuncio ho telefonato al governatore Nello Musumeci per esprimere il mio dissenso e dirgli che non posso accettare la scelta di una persona che non ha mai rinnegato sia il nazismo che il fascismo. E la Giunta comunale non siederà mai accanto all’assessore ai beni culturali e all’identità siciliana Alberto Samonà della Lega in occasione delle conferenze stampa”.

La polemica la lancia il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, oggi, a Palazzo delle Aquile, durante la presentazione del neo assessore comunale alle Culture Mario Zito al quale un giornalista aveva chiesto quali saranno i rapporti tra il suo assessorato e quello regionale guidato da Samonà. Una polemica strisciante da tempo visto che più di una conferenza stampa era già saltata proprio èpe rl’intenzione di Orlando di non sedere con Samonà, intenzione estesa anche ai suoi assessori.

“Con la Regione Siciliana e con il presidente Musumeci – ha detto Orlando – ci sono sempre rapporti istituzionali, ma quella scelta non la possiamo condividere, ovviamente Musumeci è un presidente democraticamente eletto dai cittadini e risponde delle sue scelte davanti all’Assemblea regionale siciliana”.

Non tarda ad arrivare la replica dell’assessore regionale che durante queste settimane di polemiche ha sempre tenutlo un profilo piuttosto basso “Personalmente nutro profonda stima nei confronti del professor Mario Zito, con il quale l’assessorato regionale dei beni culturali è pronto a collaborare su progetti concreti. Non replico – continua Samonàù che inrealtà lancia la sua stoccata – alle affermazioni di Orlando, che da tempo ha lasciato Palermo in balia di un evidente vuoto amministrativo. E d’altronde, non per caso è all’ultimo posto nella classifica di gradimento dei sindaci italiani”.

Ma la replica dura arriva dal Presidente della Regione “Il sindaco di Palermo dice che la sua amministrazione comunale non vorrà avere rapporti con l’assessore regionale Alberto Samonà. Una inqualificabile censura istituzionale che offende l’autonomia del mio ruolo e del governo della Regione. Una caduta di stile senza precedenti, nei rapporti di leale collaborazione tra istituzioni, che va ben oltre ogni pur legittima critica politica. Pazienza: ce ne faremo una ragione”.