Visioni urbane, palazzi simbolo di una certa città, e ancora prospetti di strade disegnate nei minimi dettagli utilizzando lo strumento più semplice che esista: una semplicissima bic.

Sono i lavori dell’artista palermitano Marco Fratini, che da anni si è trasferito a Milano dove il fermento artistico è forte, ma non ha dimenticato le sue origini e quando può torna nel capoluogo siculo, in particolare nella sua amatissima Scopello.

Commenta Fratini: “I formati su cui lavoro con la bic sono due per il momento, si tratta di cartoncini lisci bianchi 50×70 da dove tutto è partito e poi quello grande 100×70, il materiale usato è solo uno ed è la classica bic nera, ultimamente con i formati grandi utilizzo anche quella a punta larga sempre nera, non uso nessun altri strumenti – aggiunge – come righe o squadre (faciliterebbero il lavoro ma perderebbe di freschezza e istintività ), io faccio tutto a mano libera”.

Fratini studia a Palermo frequentando il liceo artistico e nel capoluogo lombardo (dove vive tuttora) la NABA, Accademia di Advertising, Moda e Scenografia che lo inserisce subito nel mondo del lavoro pubblicitario, prima come assistente Art director poi come Visualizer freelance per diverse agenzie di pubblicità e case di produzione cinematografica.

“Il lavoro con le bic è cominciato un po’ per gioco racconta Marco – mi sono sempre divertito a scarabocchiare con la penna e così ho iniziato a lavorarci su formati piccoli A4 o A3 come bozzetti per i miei quadri in acrilico. La cosa mi incuriosì sempre di più e un anno e mezzo fa circa ,era l’ottobre del 2017 ho iniziai a passarci molte ore su formati 50×70 e non più semplici fogli di carta ma cartoncini lisci bianchi, in effetti partì tutto da lì. Poi grazie ai social come Facebook, ma soprattutto Instagram sono arrivate le prime richieste che fortunatamente non si sono più fermate”.

Da poco Fratini è passato anche a dimensioni più grandi (100×70), si tratta sempre di cartoncino bianco liscio che mette al primo posto “il soggetto rappresentato viene evidenziato con più particolari e l’opera finita è assolutamente più di impatto. I temi ripercorrono il lavoro fatto precedentemente in acrilico su tele di grandi dimensioni e rappresentano visioni urbane, palazzi simbolo di una certa città, visioni prospettiche di strade deserte… qui a differenza dei quadri , non essendoci colore, si lavora su più tonalità di bianco e nero e la particolarità è data da un tratto che man mano va sviluppandosi come un tessuto/ragnatela e dal contrasto di luci e ombre riflesse”.

Sul settore mostre l’artista ha molte proposte ma in questo momento non riesce a mettere delle opere da parte: “Fortunatamente tutto quello che produco mi viene commissionato in precedenza. Più avanti vedremo”.

Ma quanto tempo si impiega per realizzarli? : “Ovviamente dipende dal tipo di formato e dalla difficoltà di quello che disegno. Ultimamente lavoro su più soggetti contemporaneamente e per ultimare due opere mediamente passano sette /otto giorni”.

Ecco come si procede: si parte dal bozzetto iniziale che “è molto istintivo, poi si arriva ad una fase centrale dove sembra che l’opera non debba mai prender forma, ma è quello il momento più bello perché ti mette addosso molta adrenalina, poi si passa alla fase finale (la meno stancante) sui dettagli. I soggetti rappresentati nascono quasi sempre da scatti fotografici miei (amo le prospettive un po’ inusuali ed è difficile trovare foto sul web che mi possano appassionare), o da foto che mi procurano i committenti .Ultimamente sto pensando di ampliare ancora il formato grande, calli delle dita permettendo…”.