• Un fondo per la trasformazione dell’ex manifattura tabacchi in un polo culturale
  • Lo prevede il  Recovery Plan secondo un comunicato del ministero alla Cultura
  • i dubbi della deputata Marianna Caronia sul progetto

“Abbiamo appreso da un comunicato del Ministero della Cultura che all’interno del cosiddetto Recovery Plan sarebbe stato inserito un finanziamento, di ben 33 milioni di euro, da destinare alla trasformazione dell’ex manifattura tabacchi in un polo culturale”. Lo dice Marianna Caronia dopo che il Ministero della Cultura ha annunciato come “strategico” il progetto della manifattura tabacchi di Palermo, che ricalca quello presentato nel 2008.

Cosa prevede il progetto

L’intervento sull’ex complesso Manifattura Tabacchi prevede la valorizzazione dell’intera struttura architettonica in chiave culturale. Prevista la realizzazione di un Auditorium con spazi espositivi, un’area dedicata alla creatività artistica e foresteria. Il recupero della struttura mira a realizzare un centro polifunzionale con sale espositive, sale congressi ed intrattenimenti e uffici.

Un progetto simile a quello del 2018

Un intervento che, a giudicare dalle scarsissime informazioni disponibili, sembra ricalcare il PRUST discusso nel 2010 dal Consiglio Comunale e poi del tutto arenatosi. “Peccato – dice in una nota la deputata Marianna Caronia che nel frattempo la Regione abbia annunciato la creazione (con relativi investimenti per 15 milioni) di un polo congressuale alla Fiera del Mediterraneo”. Per la deputata si tratta di “due interventi non del tutto uguali ma certamente sovrapponibili, a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro.

I dubbi sul progetto

“Viene da chiedersi chi e come decida quali interventi vengono realizzati a Palermo e come si spendono gli ingenti fondi pubblici destinati alla nostra città. E soprattutto viene da chiedersi come sia possibile che nel PNRR sia inserito un progetto nel cui merito non vogliamo per il momento entrare, ma che certamente appare meno prioritario di altri, che pure avrebbero la loro “strategicità” per la città: primi fra tutti il nuovo ponte di Corleone o il nuovo cimitero.
La sensazione che abbiamo è che ormai le decisioni su Palermo vengano prese altrove, senza coinvolgere il Comune né tanto meno il suo Consiglio Comunale, che pure dovrebbe avere l’ultima parola in materia di programmazione.
Non vorremmo che a maggior ragione ora che è in netta minoranza a Sala delle Lapidi, il Sindaco stia agendo sottobanco, facendo scelte non condivise o quantomeno discusse con i consiglieri comunali per continuare a imporre la sua visione di città sognata, mentre la città, quella vera, è sommersa dal traffico e dalle bare.”