“I fondi europei sono decisivi, dobbiamo spendere tutte le risorse e spenderle bene, fare soprattutto un lavoro organizzativo e cambiare passo su certe partite. Faccio un esempio, rispetto alle numerose calamita’ che si abbattono sulla Sicilia dobbiamo pensare di utilizzare gli strumenti assicurativi che possono essere molto importanti”.

Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, a Palermo, a margine di un incontro al teatro Politeama sul PSR.

“Abbiamo una grande occasione con la programmazione europea – ha aggiunto -, sia sul versante della pesca che sul versante agricolo. Abbiamo un Psr molto importante con il quale valorizzare le qualita’ agroalimentari di questa regione – ha sottolineato -, ma insisto, in particolare dobbiamo organizzare con strumenti nuovi l’impresa agricola siciliana, prendendo esempio dall’esperienza vitivinicola siciliana, che e’ la produzione agricola che piu’ di altre esprime la forza di questa regione, ed e’ la dimostrazione che tutto si puo’ fare”.

Di fronte alle ricerche che ogni anno ci rappresentano la pericolosità del rapporto tra criminalità organizzata e agroalimentare non dobbiamo sottovalutare nulla, ci sono tanti contesti certamente problematici, ma anche tante belle realtà” ha detto il ministro commentando il rapporto Eurispes sulle agromafie.

E ancora: “In Sicilia ci sono un sacco di belle esperienze che sono ripartite dall’agroalimentare – ha aggiunto – e hanno dimostrato che proprio l’agricoltura è uno dei terreni per costruire legalità e cittadinanza. Insieme alla fotografia di ciò che non va e che non dobbiamo sottovalutare, dobbiamo renderci conto delle potenzialità che abbiamo”.

Il ministro ha poi commentato “L’Istat ha certificato che nel 2015 l’Italia ha fatto il record assoluto di agroalimentare toccando i 36,8 miliardi di euro. Non era mai accaduto. Questo è il segnale forte che ci aspettavamo e che dimostra che si può veramente usare l’agroalimentare come chiave di sviluppo dell’intero Paese.
L’obiettivo che il governo si pone è di raggiungere i 50 miliardi di export entro il 2020”.

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