E’ stata formalizzata questa mattina al commissariato Porta Nuova a Palermo la denuncia presentata dalla tutrice Alessandra Puccio, assistita dall’avvocato Michele Calantropo, sulla morte di Abou, il ragazzo di 15 anni, deceduto ieri pomeriggio nel reparto di rianimazione dell’ospedale Ingrassia dopo essere stato un mese prima sulla Open Arms e poi sulla nave Allegra.

“Abbiamo ricostruito tutti i vari passaggi del povero ragazzo che è morto – dice l’avvocato Calantropo – la cartella clinica è stata sequestrata e adesso toccherà alla procura ricostruire quanto successo e accertare eventuali responsabilità”.

Intanto dalla Open Arms affermano “siamo costernati e addolorati per la morte di Abou, un ragazzo di 15 anni con il sogno di raggiungere l’Europa. Le persone che soccorriamo sono tutte in condizioni di salute precarie, hanno subito abusi e violenze, hanno affrontato giorni di attesa in mare”.

Oggi alle 20 ci sarà una fiaccolata per chiedere verità e giustizia per la morte del ragazzo.

Abou aveva 15 anni. Sulla pelle i segni di torture subite, presumibilmente, in Libia. Era solo. Salvato e trasbordato sulla nave quarantena GNV Allegra, in rada davanti Palermo.

E’ stato dodici giorni su quella nave, dal 18 al 30 settembre: per lui, dopo le visite mediche del 28 e 29 settembre, è stato disposto il trasferimento in ospedale. Intubato. E’ disidratato, non collabora, non parla.
Il giorno dopo entra in coma, viene trasferito dal Cervello all’Ingrassia.
Due giorni. Poi muore. Ieri, 5 Ottobre. A quindici anni. Solo.

Le indagini sono in corso, appureranno le responsabilità. Ma noi non possiamo restare indifferenti.

Vogliamo ricordare Abou, manifestare vicinanza a tutte le persone che sono costrette – dopo viaggi ed esperienze terrificanti e dopo le torture e le violenze in Libia – a subire respingimenti, odio e rifiuto da parte della nostra Unione Europea.
Le navi quarantena, lo abbiamo detto più volte, sono strumenti pessimi e pericolosi.
Sono il paravento dietro il quale nascondiamo le nostre responsabilità e che ci consente, per un po’, di non vedere e di fare finta di essere più sicuri. Intanto le tragedie si continuano a consumare.
Vogliamo unirci in una fiaccolata questa sera, martedì 6 ottobre, per dare ad Abou l’abbraccio che ha cercato e non ha ricevuto, l’affetto di cui ogni ragazzino ha bisogno.

Vogliamo dire dire, a tutte e a tutti, che non ci stiamo, non ci arrendiamo, non ci lasceremo distrarre. Che vogliamo conoscere la verità, vogliamo sapere cosa succede su quelle navi quarantena in cui le persone diventano invisibili e sono trattenuti anche i bambini.

Appuntamento alle ore 20 in piazza Villena (Quattro Canti). Portate con voi una fiaccola o una candela.

Si richiede l’uso della mascherina e il mantenimento della distanza interpersonale