E’ una valanga di critiche quella che piove su Nello Musumeci dopo che  si è saputo di un delibera di giunta con la quale la Regione chiede allo Stato di varare le norme di attuazione dell’Articolo 31 dello Statuto Autonomistico siciliano e conferire ‘poteri speciale’ al governatore in modo da avere controllo sulle Forze armate e sulle forze di polizia di stanza in Sicilia.

Una norma che già esiste proprio nello Statuto ma che non ha mai avuto attuazione per mancanza di un passaggio fondamentale normativo che la renda efficace. Una norma che in tanti hanno chiesto a Musumeci di mettere in pratica durante i giorni delle proteste per gli esodi da Nord a Sud, per le proteste contro i runner o contro chi esce di casa e così via. Una norma che lo stesso Musumeci aveva definito inapplicabile tacciando di ‘ignoranza’ chi gli chiedeva di attivarla proprio per assenza delle norme di attuazione.

Ma sulla pressione popolare, come sempre avviene in epoche di crisi ed emergenze, e sulle paura del virus arriva la delibera con la richiesta di attuazione. Ma il percorso è lungo essendo costituzionale e le possibilità di successo scarse. Ancora di più dopo 24 ore vista la pioggia di critiche e polemiche a partire dall’opposizione siciliana (che però e maggioranza a Roma) ma non soltanto da quella. Polemiche forse legate anche alla narrazione che di questa delibera si è fatta

“Se per oltre 70 anni non si è data applicazione alla norma dello Statuto per conferire poteri speciali ai presidenti della Regione Siciliana pieni poteri in materia di sicurezza e di comando sulle Forze di Polizia, è stato per evitare che persone come Musumeci potessero scegliere la scorciatoia dell’ordine pubblico per non affrontare i problemi veri di questa Regione” attacca Antonello Cracolici, parlamentare regionale del PD.

“Non sappiamo ancora se il nostro sistema sanitario è pronto per il picco che si attende per metà aprile – aggiunge Cracolici – se il personale più esposto, ad iniziare dal personale sanitario, sarà messo in sicurezza con dispositivi di protezione e tamponi, se ci saranno anestesisti, rianimatoti, pneumologi, infettivologi ed infermieri in grado di occuparsi delle cure, se ci saranno ventilatori ed ossigeno per garantire la sopravvivenza dei malati più gravi, se i medici di famiglia disporranno di protocolli di cura uniformi e di kit di sicurezza personale. L’elenco potrebbe essere lungo, eppure dall’inizio di questa emergenza a cosa ha pensato il presidente della Regione? Ad invocare l’esercito per le strade e la chiusura dei confini agli stessi siciliani”.

“Evidentemente – conclude Cracolici – Musumeci è appassionato all’idea di comandare eserciti e uomini in divisa piuttosto che governare la Sicilia. Se la situazione non fosse più che seria, si potrebbe reagire alla Totò: ‘presidente, ma ci faccia il piacere!’”.

“Ma a cosa servirebbero i ‘poteri speciali’ richiesti da Musumeci?” si domanda il Presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava “Non riusciamo a comprendere, con tutta la buona volontà, il senso di una richiesta stravagante che serve solo ad avviare un lungo e complesso iter per poi mettere nelle mani del Presidente della Regione il controllo delle forze militari e di polizia stanziate nell’Isola. Musumeci lasci ai prefetti e agli altri organi dello stato ruoli e  funzioni, e si preoccupi piuttosto di svolgere al meglio i compiti che spettano a lui. Cominciando dallo sblocco dei pagamenti alle imprese che, proprio oggi, lamentano di non avere liquidità per riprendere le proprie attività e pagare tasse e tributi”.

E critiche più nella sostanza che nell’ideologia politica arrivano, invece, dal deputato renziano Luca Sammartino

“Avevamo chiesto un clima di collaborazione fra tutte le forze politiche invece il Presidente Musumeci ha deciso di dedicarsi al propagandismo spicciolo e su questo terreno non lo seguiamo”.

“Musumeci governi la Regione se ne è capace, non cerchi scuse e alibi – prosegue Sammartino che aggiunge: “il Presidente della Regione può disporre di risorse e poteri derogatori già dal 27 febbraio, grazie ad un Decreto del Capo della Protezione Civile Nazionale. E in questo mese cos’ha fatto?

Basta pensare che l’autorizzazione del Ministero dell’Economia all’utilizzo di contabilità speciale, con possibilità anche di anticipazioni a valere su altre risorse, risale al 6 marzo ma ci sono volute settimane per acquistare il milione e mezzo di mascherine destinate agli ospedali, che nel frattempo facevano da sé.

Mentre l’Ismett, il 23 marzo, ha acquistato, per conto della Regione, per la prima volta, 124.700 mascherine chirurgiche cinesi per 1.247.000 euro, tre giorni prima (il 20 marzo) la Segreteria generale della Presidenza acquistava mascherine FFP2 da impiegare per i propri dipendenti. Il Dipartimento Pianificazione Strategica, lo stesso che limitava l’uso delle FFP2 per i soccorritori del 118, acquistava per se 5.000 mascherine e 2.500 paia di guanti e ancora il Dipartimento Ambiente acquistava 2000 mascherine (per tremila euro più Iva) addirittura il 17 marzo.

“Tutto questo dimostra che i poteri speciali ci sono e sono stati usati in ritardo. Invece di invocare super poteri, sperando di fare il super sceriffo, pensi a trovare le coperture dei fondi destinati ai Comuni per le famiglie bisognose che ad oggi ha soltanto annunciato. Peraltro l’esercizio di poteri di polizia esattamente per farne cosa che già non si stia facendo? Non è più il tempo della propaganda” – conclude il deputato Iv.

Ma polemici sono anche dal fronte più autonomista ed extraparlamentare anche se il dissenso è di segno opposto  “Ritengo fortemente riduttiva rispetto al contenuto dell’art.31 dello Statuto l’iniziativa del governo Musumeci di approvare un disegno di legge che gli permetta di esercitare il potere di avvalersi della Polizia di Stato e dell’esercito di stanza nell’isola, in situazioni di emergenza- commenta Salvo Fleres, portavoce di Unità siciliana-LeApi- Oltretutto, si tratta di una decisione più che intempestiva, in quanto l’approvazione di un disegno di legge costituzionale richiederebbe non meno di otto mesi, data per la quale tutti ci auguriamo che l’emergenza sia più che superata. Ci chiediamo inoltre come mai lo scorso 24 marzo il nostro suggerimento di applicare l’articolo 31 non fosse stato gradito dal presidente”.

“Nel caso fosse necessario, ricordo alla giunta Musumeci che negli anni ‘50 e ‘60 due Presidenti della Regione, Silvio Milazzo e Benedetto Majorana della Nicchiara, entrambi calatini come lui, si avvalsero dell’articolo 31 dello Statuto siciliano, senza necessità di passaggi ulteriori”.

E di critiche ce ne sono anche per il Pd “Non mi stupisce invece l’atteggiamento del Pd, notoriamente da sempre contrario alle specifiche prerogative autonomistiche dalla Sicilia”.

In difesa arriva il capogruppo di Diventerò Bellissima “I poteri speciali chiesti dal governo Musumeci sono sia un diritto che una necessità della Sicilia e dei siciliani. Un diritto mai applicato e previsto dal nostro Statuto, e una necessità chiara a tutti tranne a coloro che, loro sì, pensano che l’emergenza Coronavirus sia una puntata di “Scherzi a parte”. Invece è, purtroppo, una guerra e va combattuta su più fronti: quello sanitario negli ospedali, certamente, ma pure quello dei controlli sul territorio per arginare gli arrivi e fare rispettare a tutti le indispensabili misure restrittive”  afferma Alessandro Aricò aggiungendo “Coloro che oggi continuano a criticare Musumeci sono in gran parte gli stessi che lo accusarono di “terrorismo psicologico”, di “demagogia” e “di propaganda irresponsabile” alcune settimane fa, quando il nostro governatore per primo chiese la sospensione dell’arrivo di turisti dalle zone di maggiore contagio. Nessuno mette in dubbio la professionalità di Forze dell’ordine e militari, anzi a loro ribadiamo il nostro plauso. Tuttavia è evidente che a livello statale nella catena di comando relativa ai controlli sull’emergenza Coronavirus ci siano stati finora ritardi e disorganizzazione, come dimostrano ampiamente le cronache relative agli sbarchi sullo Stretto di Messina. L’attuazione dell’articolo 31 del nostro Statuto, quindi, consentirebbe alla Regione Siciliana di dotarsi degli strumenti necessari per affrontare con maggiore efficacia e tempestività situazioni di emergenza come quella del Coronavirus, eventualmente avvalendosi della Polizia di Stato e, ove occorra, delle Forze armate di stanza nella Regione, anche di concerto con il ministro della Difesa”.

A fare chiarezza sulla ‘cattiva interpretazione del provvedimento’ ci pensa il vice presidente della Regione Gaetano Armao  “Il governo della Regione non ha mai invocato poteri speciali, ma propone le norme di attuazione sull’art. 31 dello Statuto. Il resto sono solo sterili polemiche che, peraltro, curiosamente provengono dallo stesso gruppo, il Pd, che non meno di una settimana fa ha sfidato il presidente a emettere ordinanze proprio ai sensi dell’art. 31 dello Statuto siciliano, invocando “il controllo dell’ordine pubblico”. Non è il momento di polemiche inutili”.

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