Ha ammesso le sue responsabilità in video collegamento davanti ai giudici della Corte d’Appello di Palermo che lo stanno giudicando insieme ad altri 29 imputati.

E’ Vincenzo Petrocciani, 43 anni, neo pentito di Brancaccio che da due mesi collabora con i magistrati. “Voglio cambiare vita e non voglio avere a che fare con la criminalità organizzata” ha detto questa mattina alla corte.

In primo grado Petrocciani, condannato a 11 anni per droga rimediata nel processo nato dall’inchiesta Stirpe del 2022. è sotto protezione. Quello che sta dicendo ai magistrati della Dda è totalmente segreto. Non esistono verbali da depositare per ora.

Il pg ha, infatti, chiesto ai giudici che gli vengano riconosciute le attenuanti generiche e non ovviamente quelle speciali previste per i collaboratori di giustizia. Petrocciani, che non è mai stato condannato per mafia, viste le inchieste in cui è stato coinvolto, conosce certamente le rotte della droga, soprattutto con la Calabria, e i nomi dei mafiosi coinvolti nel business.

Lui stesso è stato in affari con il boss di Brancaccio Antonino Lo Nigro, creando, secondo gli inquirenti, un canale di rifornimento stabile per la cocaina proprio dalla Calabria. Si è dunque dichiarato colpevole di avere attivato un canale della cocaina per far giungere a Palermo grosse partite di stupefacenti.