Una fiction che parla di mafia con l’obiettivo di superarla. “Ciò che non ti ho detto 3”, la terza stagione della fiction ideata e prodotta dall’attore e regista Angelo Faraci, non tratta il tema della mafia con l’occhio della compassione,  né lascia una morale annacquata nella velata esaltazione dell’umanità dei personaggi.

Il messaggio è chiaro e non lascia spazio a fraintendimenti o immedesimazioni fuorvianti: educare e sensibilizzare i giovani a non arrendersi, a combattere la mafia senza piegarsi al culto dell’illegalità. In questa pellicola la contrapposizione tra legalità e illegalità è netta, proprio a voler rimarcare l’enorme distanza tra la pochezza di chi sceglie il crimine e il coraggio di chi alza la testa contro ogni forma di illegalità.

Gaetano, (Angelo Faraci), un giovane venticinquenne con un cuore grande e sensibile, si ritrova a vivere una vita che non gli appartiene all’ombra di un padre che gli inculca valori sbagliati trascinandolo nella spirale del crimine. Un conflitto interiore che lo accompagna e non lo lascia mai solo: vivere una vita non sua o seguire la voce alla propria coscienza che lo spinge a ribellarsi?

E’ una fiction che mira anche a valorizzare il territorio siciliano – spiega Angelo Faraci a BlogSicilia – e le maestranze locali. Di concerto con le istituzioni siamo andati in quei luoghi meravigliosi, alcuni dei quali meno noti, della Sicilia per raccontarne ed esportarne la bellezza visibile e nascosta. Così, oltre alla cittadina normanna di Monreale, abbiamo portato le cineprese in piccoli gioielli naturali come gli scorci di Piraino, le torri saracene e il comune nebroideo di Floresta”

Il regista, fresco di vittoria al Festival della Clessidra di Partanna di Trapani, col progetto parla di Sicilia anche dal punto di vista del cast il quale è composto da attori nostrani di grande esperienza nel mondo del cinema e dello spettacolo: Michele Li Volsi vincitore del premio di Rai Cinema Channel, Andrea Lupo di Sicilia Cabaret, Marika Faraci influencer siciliana, Totò Borgese comico e cabarettista di lunga data, alcuni dei nomi che impreziosiscono questa produzione.

“Ho voluto rappresentare il conflitto tra il male e il bene – continua Faraci – servendomi di metafore importanti. Ad esempio la scuola come luogo del sapere e dell’educazione ai valori positivi, il più efficace antidoto contro il pericoloso richiamo della mafia.”

“Ciò che non ti ho detto” vede il coinvolgimento di svariati enti locali e della Regione Siciliana che insieme agli innumerevoli sponsor e partnership hanno permesso la realizzazione di una fiction tutta made in Sicily. Un impegno cinematografico che si riflette anche nell’attivismo culturale e sociale del regista fondatore di Globo Sicilia, una realtà che coinvolge tanti operatori siciliani di diversi settori – dall’arte al turismo –  con l’obiettivo di promuovere e valorizzare attraverso il cinema i punti di forza della Sicilia.

I territori che hanno sposato il progetto con il patrocinio delle bellissime location sono Camporeale, Piraino, Floresta e Monreale.

Un impegno in prima linea anche fuori dal set quello profuso da Angelo Faraci nella promozione della legalità. La fiction gli ha permesso di sedersi al tavolo con cariche istituzionali e protagonisti celebri dell’antimafia come il capitano Ultimo, coordinatore dell’arresto di Riina.

Articoli correlati