Continuano le polemiche e le accuse incrociate sui danni ed il panico provocati dal violento nubifragio che si è abbattuto su Palermo nel giorno del Festino.

Mentre il prefetto Forlani dichiara che non è ancora possibile escludere che ci siano state vittime, e la città si sveglia tappezzata di striscioni contro il sindaco Orlando – da più parti ne vengono chieste le dimissioni – e fioccano le ipotesi su come risolvere il problema atavico degli allagamenti in città e di viale Regione Siciliana, trasformatasi in un fiume di acqua e fango che ha messo a repentaglio la vita di decine di automobilisti, c’è chi vuole avanzare una proposta concreta per evitare che possa ripetersi quanto accaduto mercoledì.

Si tratta dei cinque deputati regionali di Attiva Sicilia (gli ex grillini che hanno abbandonato il movimento) Matteo Mangiacavallo, Sergio Tancredi, Angela Foti, Valentina Palmeri ed Elena Pagana che hanno inviato una lettera al sindaco Orlando.

A loro avviso, una soluzione percorribile, sarebbe quella di installare su viale Regione Siciliana, pluviometri o sensori di allerta in prossimità dei sottopassi, da collegare ai semafori delle corsie centrali, in modo da deviare il traffico – non appena raggiunto un definito livello di acqua – a strade alternative ai predetti sottopassi.

Matteo Mangiacavallo spiega le motivazioni della lettera. “A Palermo si verifica – dice a BlogSicilia – almeno un alluvione all’anno. E’ come il miracolo di San Gennaro, che tutti aspettano e che puntualmente si presenta. La bomba d’acqua non era prevedibile ma è arrivata. Fare prevenzione, ad esempio attraverso i dispositivi ai quali noi pensiamo, ci consentirebbe di essere preparati all’evenienza di una violenta pioggia come quella alla quale abbiamo assistito. Si tratta di dispositivi banali, basterebbero poche migliaia di euro per evitare un problema veramente grosso, quello dell’incolonnamento chilometrico di auto sotto la pioggia battente. Abbiamo letto di ipotesi varie per risolvere il problema, ma costruire nuove infrastrutture richiede soprattutto tempo e notevoli risorse economiche. Bisogna invece approntare soluzioni immediate. Probabilmente non ci sono state vittime ma non è che dobbiamo aspettare che ci scappi il morto. Occorre fare prevenzione, approntare interventi in attesa di ripensare la viabilità di tutta la città”.

Il sindaco Orlando ieri, incontrando la stampa per fare il punto della situazione, è passato al contrattacco. Ha detto che chiederà un’inchiesta penale e contabile, attribuendo responsabilità alla Regione che lo ha spogliato delle competenze per il dissesto idrogeologico e alla Protezione civile che non ha lanciato l’allerta meteo.

“Penso che a cose avvenute – continua Mangiacavallo – sia facile ‘sparare’ su chiunque o recriminare. Noi crediamo che ognuno debba fare la sua parte per quanto di propria competenza. Se la Protezione civile non è intervenuta preventivamente significa che non lo riteneva opportuno. Tante volte sono state lanciate allerte meteo ma poi non è accaduto nulla. Alcuni esperti hanno detto che la bomba d’acqua verificatasi è un evento imprevedibile ed eccezionale. Per questo bisogna lavorare sulla prevenzione”.

I deputati di Attiva Sicilia, attendono ora una risposta dal sindaco “perché – conclude Mangiacavallo – la politica deve essere questa, ovvero il confronto. La politica dello scontro ha stancato, per noi di Attiva Sicilia è necessario il dialogo tra tutte le forze politiche, noi siamo pronti a dare il nostro contributo. E’ il momento di sbracciarsi tutti quanti e fare ognuno la propria parte”.

Nella lettera inviata al sindaco, i deputati di Attiva Sicilia si rivolgono a Orlando in quanto “cittadini adottivi” del Comune capoluogo della Sicilia con una chiara premessa: “Non spetta a noi ricercare le responsabilità per quanto avvenuto, ma riteniamo che il tempo che ci è stato assegnato dai cittadini per il ruolo che ciascuno di noi è chiamato a svolgere vada impiegato per trovare delle soluzioni efficaci e rispondenti alle necessità dei nostri territori.
Siamo consapevoli che quanto accaduto, non è un semplice problema di manutenzione ordinaria, sappiamo che Palermo, come tante altre città italiane, presenta la necessità di interventi strutturali adeguati e che probabilmente dovevano essere programmati da tempo, tenuto conto che l’allagamento dei sottopassi non è purtroppo, per Palermo, un fatto straordinario, ma qualcosa di ricorrente che si verifica in occasione di piogge torrenziali”.

Scrivono ancora i deputati: “Consapevoli che le cose non si cambiano con i “se” e con i “ma”, non è nostra intenzione rivolgerci a Lei con tono polemico, ma le nostre parole si pongono con spirito propositivo, convinti sia oggi più che mai necessario usare le energie per trovare soluzioni veloci e percorribili, nell’interesse della collettività”.

E ancora: “Pertanto, al netto delle grandi opere infrastrutturali necessarie, che richiederanno tempo e denaro, nonché di una pulizia frequente delle caditoie, invitiamo la Sua Amministrazione, qualora non lo avesse già in programma, a valutare l’installazione di pluviometri o sensori di allerta in prossimità dei sottopassi, da collegare ai semafori delle corsie centrali, in modo da deviare il traffico – non appena raggiunto un definito livello di acqua – a strade alternative ai predetti sottopassi”.

I componenti di Attiva Sicilia ritengono infine “che questo tipo di sistema, possa essere una soluzione per rispondere in modo celere agli imprevisti e violenti fenomeni meteorologici, al fine di salvaguardare Palermo e l’incolumità della cittadinanza”.

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