In occasione delle festività natalizie 2017/18 il Museo Diocesano di Palermo prosegue il processo di ampliamento della collezione esposta. Dopo le dodici opere restaurate di recente e il riallestimento dell’Alcova per Le Vie dei Tesori con oltre venti dipinti posti ad adornare le pareti (molti dei quali mai visti), vengono mostrati per la prima volta al pubblico del museo per le feste di Natale altri quattro importanti pitture quasi sconosciute.

Nell’attesa della conclusione dei restauri generali curati dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, indispensabile per completare il nuovo allestimento, il curatore del Museo, Pierfrancesco Palazzotto, in accordo con la direzione, persegue tassello dopo tassello l’assetto che è previsto dal progetto museologico, anche in via provvisoria, in maniera da consentire la visione al pubblico di opere del tutto inedite, poco note o di cui si è perduta la memoria perché per troppo tempo negate alla libera fruizione.

Dopo i restauri condotti da Mauro Sebastianelli nel 2016, con la direzione dei lavori di Pierfrancesco Palazzotto, tramite finanziamento della Fondazione S. Spirito di Palermo, viene finalmente esposta, seppur in posizione provvisoria nell’Antialcova, la grande tavola con S. Barbara dipinta verso la fine del XV o i primi anni del XVI secolo dal pittore napoletano Cristoforo Faffeo.
La pregevolissima icona, proveniente dalla Cattedrale di Palermo, oggetto di un fitto dibattito sulla sua stessa iconografia (un tempo era infatti identificata quale S. Cecilia) e sul suo autore, tradizionalmente riconosciuto come Riccardo Quartararo, è stata studiata da Giovanni Travagliato e pubblicata con le novità emerse dalle ultime ricerche nel volume “Da Riccardo Quartararo a Cristoforo Faffeo: un capolavoro del Museo Diocesano di Palermo restaurato e riscoperto”, n. 9 della collana “Museo Diocesano di Palermo: studi e restauri”, reperibile nel bookshop del museo.

Nella Sala Torre, sempre nel piano nobile del Palazzo Arcivescovile, trova provvisoria collocazione la tavola dipinta intorno al 1580-81 da Simone de Wobreck (Harlem, documentato a Palermo 1558-1587) con la Madonna del Rosario e santi. L’opera, già associata alla mano del pittore per la presenza delle sue iniziali S W incise sul retro, è stata restaurata da Franco Fazzio nel 2012 su libera iniziativa e patrocinio economico della prof.ssa Teresa Pugliatti, già ordinario di Storia dell’Arte dell’Ateneo palermitano, che ha studiato la pittura approfondendone i vari aspetti in più occasioni. L’opera proviene dalla chiesa di san Giacomo dei Militari di Palermo e fu collocata al museo ove è citata già nella guida del 1952. Per la prima volta dopo il restauro, ne viene oggi restituita la pubblica, piena e libera fruizione secondo orari di apertura giornalieri.

Il terzo dipinto, situato nella Sala Rossa de Le Stanze del Vescovo, sempre al piano nobile del Palazzo, raffigura su tela un’altra S. Cecilia attribuita al pittore Andrea Carreca (Trapani 1590-1677) nella seconda metà del XVII secolo. La pittura di oscura provenienza era esposta in un salone dell’ex Istituto del Sacro Cuore, già villa Pignatelli Aragona Cortes all’Olivuzza di Palermo, ed è stata concessa in deposito al Museo Diocesano di Palermo dalla proprietà affinché si preservasse prima della dismissione dell’edificio, ragion per cui si è salvata ed oggi può essere esposta, senza che abbia corso rischi durante i fatti di cronaca che qualche tempo fa hanno coinvolto l’edificio. Intorno all’anno 2000 la tela, già studiata da Francesco Brugnò, fu restaurata da Antonio Arcidiacono su incarico della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo.
La collocazione entro la prestigiosa Sala Rossa prelude alla relazione stilistica che il dipinto ha con le opere di Pietro Novelli, a cui la sala sarà dedicata con il nuovo allestimento.

Mai esposto è il ritratto di Mons. Ferdinando Bazan, Arcivescovo di Palermo (1685-1702), appena restaurato da Mauro Sebastianelli nel laboratorio di restauro del museo utilizzando i fondi dell’8 per mille concessi dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
La direzione del museo ha, infatti, nuovamente stabilito di attingere ai fondi per dare luce ad un’opera conservata nei depositi e in precarie condizioni e la scelta del curatore Pierfrancesco Palazzotto è andata su questo gradevole ritratto con la singolare presenza degli occhiali, il cui restauro ha restituito la qualità originaria. Mons. Bazan, come scrive Palazzotto, era una personalità di profonda cultura teologica e, prima di divenire Arcivescovo di Palermo, era stato Inquisitore del Supremo Consiglio di Castiglia. A Madrid aveva fondato un’Accademia di Filosofia Morale e a Palermo si distinse per la commissione degli apparati in stucco nella cappella dei S.S. Pietro e Paolo presso dell’Infermeria dei Sacerdoti, disegnati da Paolo Amato e realizzati da Vincenzo Messina e Giacomo Serpotta nel 1698. La tela è stata appesa nella Sala Verde dedicata a S. Rosalia, in quanto il presule è ricordato anche per aver vietato che qualunque Ordine religioso dichiarasse che S. Rosalia avesse fatto delle proprie fila, in maniera da porre un chiaro freno alle pretese delle monache Basiliane sostenute dai Gesuiti.
Fatto sta che, appena un anno dopo la morte dell’Arcivescovo, nel 1703, la badessa del convento del SS. Salvatore di Palermo, Ippolita Lancellotta Castelli, incaricò il pittore Giacinto Calandrucci di ritrarre S. Rosalia vestita come monaca basiliana. Oggi quel quadro si trova nelle medesima Sala Verde, proprio di fronte al ritratto di Bazan per rammentarne la dura contesa sulla Patrona di Palermo.

Il curatore del museo, Pierfrancesco Palazzotto, tiene a rimarcare che l’arricchimento del museo ancora una volta con nuovi dipinti poco noti e con ritratti di arcivescovi della città, continua a dare corpo all’idea che sta alla base del Nuovo Museo Diocesano, ovvero la rappresentazione del piano nobile del Palazzo Arcivescovile con quadri e arredi restituiti al loro antico splendore all’interno delle magnifiche sale de Le Stanze del Vescovo, così immaginate già nel 1976 dal Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo.

Apertura Museo Diocesano di Palermo Natale 2017
Giorni feriali e festivi ore 9,30-13,30, sabato 10,00-18,00, lunedì chiuso (anche se festivo)

Sabato 23 dicembre: ore 10,00-18,00
Domenica 24 dicembre: ore 9,30-13,30
Lunedì 25 dicembre: chiuso
Martedì 26 dicembre: ore 9,30-13,30
Domenica 31 dicembre: ore 9,30-13,30