“Quando lo scontro politico scade nell’insulto e nel mettere in dubbio l’operato etico, non resta che valutare il ricorso  alla Magistratura a tutela della propria immagine e della propria credibilità.”

Lo ha dichiarato l’Assessore Giovanna Marano, accusata oggi da Stefania Munafò di aver votato una delibera di Giunta in conflitto di interessi, favorendo dei propri parenti.

“Purtroppo – afferma la Marano – l’esponente del PD ha omesso di leggere il contenuto della Delibera che lei stessa cita, altrimenti avrebbe scoperto che quella delibera non fa alcuna “scelta” relativamente a parcheggi privati, ma semplicemente prende atto della esistenza – da molto prima che la sottoscritta ricoprisse alcun incarico – di un capolinea, approvato dalla Regione Siciliana che ha competenza sui percorsi delle autolinee extraurbane. Se la signora Munafò si fosse anche informata meglio avrebbe scoperto che non ho alcun interesse né diretto né indiretto nella vicenda.”

“Resto in attesa delle pubbliche scuse per l’evidente scivolone della signora Munafò – conclude la Marano – senza le quali dovrò adire le vie legali perché nessuno può permettersi di mettere in dubbio pubblicamente il mio operato sul piano morale e della legalità”.

Ma a distanza di poco meno di tre ore la controreplica della Munafò rincara la dose piuttosto che scusarsi: “Premesso che non era nelle mie intenzioni ne offendere ne insultare  la Marano ne altri, e non mi sembra che nel mio comunicato ci siano frasi offensive o valutazioni di tipo personale, preciso che mi sono limitata a descrivere dei fatti che ben conosco. Contrariamente a quanto affermato dall’assessore alle attività produttive, non si è in presenza di una presa d’atto di documenti di provenienza regionale ma dell’approvazione, da parte della giunta comunale, del piano del trasporto pubblico extraurbano su gomma redatto dall’ufficio tecnico comunale ed i cui contenuti sono fatti propri dall’amministrazione con delibera 217/2015”.

“Fanno parte integrante della delibera la relazione e il piano extraurbano redatto, si ribadisce dagli uffici comunali a firma dell’assessore Catania ed entrambi fanno riferimento al parcheggio di piazza Cairoli. Nella relazione parte integrante dell’atto si rinvia al parcheggio privato di piazzetta Cairoli dove da tempo sostano i servizi di autolinee”.
“Nel secondo allegato – prosegue la Munafò – testualmente si introduce l’utilizzo del parcheggio Basile- Lennon- e del parcheggio sito in piazzetta Cairoli all’interno dell area della stazione ferroviaria (pag 14 della relazione comunale).
Inoltre vengono indicati nello stesso provvedimento tre capolinea con i relativi percorsi ed in particolare parcheggio Basile-Lennon e Cairoli. Le autolinee che sostano a piazzetta Cairoli, parcheggio privato, possono percorrere diversamente da quanto stabilito dal PGTU anche le vie interne della città come via Libertà, Verdura, Crispi etc, con disparità di trattamento rispetto alle linee spostate in via Basile che possono attraversare solo viale Regione siciliana (pag 15 relazione)”.
“Non è, quindi, ben chiaro come la Marano, possa affermare che l’atto deliberativo non trattasse piazza Cairoli e come possa attribuire alla Regione scelte che invece sono state assunte con questo provvedimento. Dalle dichiarazioni dell’assessore non sembra essere smentita la notizia di una parentela con i titolari di alcune autolinee che sostano in piazza Cairoli, l’amministrazione dovrebbe revocare con immediatezza la delibera”