Il gup Piergiorgio Morosini ha disposto il rinvio a giudizio per Alberto Pietro Mulè il presunto assassino di Paolo La Rosa, il giovane di 21 anni accoltellato a pochi passa da una discoteca di Terrasini lo scorso 24 febbraio.

Filippo Mulè, cugino di Alberto Pietro e Rosario Naimo accusati di rissa aggravata saranno invece processati con il rito abbreviato.

Il giudice ha infine ammesso come parte civile, oltre ai famigliari della vittima, anche i Comuni di Cinisi e Terrasini. Per loro il processo è stato rinviato a metà dicembre.

Anche Alberto Pietro Mulè aveva inizialmente chiesto l’abbreviato, ma con una legge introdotta l’anno scorso, per i reati puniti con l’ergastolo, come gli omicidi pluriaggravati, non è più possibile ricorrere a riti alternativi e a sconti di pena. Pochi giorni fa, peraltro, la Corte Costituzionale ha sancito la legittimità della norma e quindi per l’imputato non è rimasto che il dibattimento.

L’aggressione di La Rosa aveva sconvolto i due paesi e – come ricostruito dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Daniele Sansone che hanno coordinato le indagini dei carabinieri – sarebbe maturata dopo un litigio nella discoteca. In alcuni messaggi Whatsapp circolati quella sera, alcuni testimoni raccontavano l’accaduto: “Arrivò ‘sto Paolo La Rosa – diceva un ragazzo in un audio – e andò ad acchiappare subito a Filippo (Mulè, ndr)… Gli va a dare quattro pugni in faccia a Filippo… Ha uscito il coltello, picciotti, gli ha tagliato la giugulare a giro a giro, due coltellate nella pancia”. Il processo inizierà a gennaio davanti alla Corte d’Assise.

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