Giancarlo Cancelleri candidato presidente della Regione. Una investitura piovuta dal cielo ma venuta anche dal basso. A sancirla, alla fine della festa Italia 5 stelle, quell’abbraccio con Beppe Grillo giunto sornione sul palco dove stava per chiamarlo a chiudere proprio Giancarlo Cancelleri. Quell’abbraccio sul palco, le parole pronunciate, la reazione del popolo grillino sono suonati a tutti come una investitura difficile da smontare.

Inevitabilmente parte da qui la nostra chiacchierata telefonica con il potenziale candidato presidente della Regione. E lui, Cancelleri, sorride e si schernisce alla domanda diretta sulla sua candidatura.

“E’ presto per dirlo, il candidato sarà scelto dal movimento in base alle regole del movimento – dice Cancelleri a BlogSicilia – certo non posso nascondere che mi farebbe piacere. Dal palco ho sentito l’affetto dei nostri attivisti ed elettori e mi è sembrata quasi una cosa automatica ma parlo di sensazioni personali. E’ evidente che le regole vanno rispettate e che io sono pronto a candidarmi se il movimento sceglierà me”.

Però non c’è anche una sorta di senso di rivincita, di esigenza di confrontarsi di nuovo con Crocetta contro il quale ha perso nel 2012?

“Non c’è dubbio che io spero che Crocetta si ricandidi veramente come ha più volte annunciato. Credo che chi ha governato dovrebbe sottoporsi al giudizio dei cittadini. Poi ci si confronta con le urne non certo per questioni di rivincita personale. E’ un confronto di idee, di modi di concepire l’amministrazione”.

Ma voi, dall’opposizione, vi siete fatti una idea di come amministrare?

“Per assurdo noi siamo una forza di governo e non di opposizione pur trovandoci dal lato opposto della barricata. Un altro giro all’opposizione sarebbe un disastro. Ne usciremmo ‘bolliti’ e rischieremmo di lasciar spegnere gli entusiasmi che ci hanno guidato fin qui. Dall’opposizione siamo stati forza di governo. Le nostre azioni sono sempre state indirizzate a risolvere i problemi dei cittadini che è la sostanza di una azione di governo. Vale per la trazzera come per ‘riparti impresa’ l’iniziativa tesa a compensare credito e debiti con il fisco da parte delle imprese solo per citare due esempi. Abbiamo una idea precisa di governo e vorremmo metterla in pratica”.

Dunque sta parlando da candidato 

“Sto parlando da portavoce come sono tutti i 14 deputati regionali del movimento. Il candidato penso che uscirà dal gruppo nel senso che ci sono persone che si sono impegnate in amministrazione e hanno imparato delle cose. Una di loro, penso, dovrà essere il candidato. Se c’è una cosa della quale vado fiero è proprio questo gruppo. Voi non avete mai potuto scrivere di divisioni o spaccature all’Ars nei 5 stelle. Per carità non siamo mica stati sempre tutti d’accordo ma non ci siamo mai spaccati. Ci siamo confrontati al nostro interno e abbiamo scelto una strada da perseguire tutti insieme”.

A proposito di quel che abbiamo potuto o non potuto scrivere. Non crede che per diventare veramente forza di governo dovreste liberarvi da certi estremismi come quelli che hanno portato agli assalti ai giornalisti durante Italia 5 stelle?

“Noi abbiamo preso le distanze subito da questi atteggiamenti e lo abbiamo fatto in modo convinto e deciso. Lo abbiamo fatto con una nota ma anche dal palco. Poi lasciatemi dire che c’è una grande differenza fra la stampa siciliana e quella nazionale. Io non posso asserire assolutamente che la stampa siciliana sia faziosa. Voi raccontate quello che avviene e lo fate a tutto tondo. Avete anche criticato il movimento ma nessuno vi ha aggredito perché polemica, critica e confronto sono parte integrante della dialettica parlamentare. Che ci possa essere qualche attrito fra chi la politica la fa e chi la racconta è nelle cose. E noi accettiamo anche le critiche quando sono fatte da chi, come voi, racconta tutto. Ci sono state perfino battaglie fatte da testate insieme a deputati. Non posso dire lo stesso di certa stampa nazionale”.

Dunque dividiamo la stampa in buoni e cattivi e permettiamo ad Assange di dire cose come quelle che ha affermato sul palco?

“Distinguiamo le cose. Le aggressioni fisiche e verbali non possono essere tollerate. Le critiche, le divergenze di opinioni e le polemiche lasciatemi dire che invece sono parte del gioco. Per quanto riguarda Assange dobbiamo smettere di decontestualizzare le sue frasi. Lui non conosce la realtà siciliana e non parlava di stampa italiana ma della guerra in Iraq. I riferimenti ai morti sulla coscienza dei giornalisti riguardano quel conflitto, le armi di distruzione di massa che non sono mai state trovate e così via. Detto questo ribadisco il no fermo e deciso a ogni forma di violenza, questo deve essere chiaro”.

Ma dica la verità, pensa veramente che i siciliani vi manderanno al governo? Non siete visti come quelli che sfascerebbero tutto?

“E’ vero ci siamo dovuti confrontare con questa visione del movimento. Quando siamo arrivati all’Ars qualcuno pensava che avremmo perfino distrutto i banchi di Sala d’Ercole. E’ bastato farci conoscere. Quando i colleghi deputati ma anche la gente ha visto che siamo persone educate tutto questo è stato superato. Certo abbiamo detto qualche ‘vaffa’ ma perfino noi ci siamo preso qualche ‘vaffà’. E’ parte del gioco ma la fase dei grillini distruttori penso sia finita nell’immaginario collettivo”.

Dunque comincerete a vincere da Palermo?

“Questo non lo so. Io non voto a Palermo ma soprattutto penso che fino a quando non c’è il nome del candidato non si può valutare l’impatto che ha sulla gente. E poi a Palermo ci sono differenze rispetto alla Regione dove sono fiducioso. All’Ars c’è l’attività di 14 deputati che sono stati in prima linea, sul territorio, a lavorare e che raccolgono i frutti del loro impegno. A Palermo non abbiamo avuto una simile pattuglia quindi la battaglia è di tipo diverso”.