L’approvazione del Piano di riequilibrio del Comune di Palermo di certo eviterà il dissesto finanziario dell’ente ma non quello delle famiglie palermitane che per anni saranno costretti a un esborso più oneroso delle tasse e dei tributi. Una situazione debitoria che sarà ripianata in 20 anni. Non sembra avere fine la pioggia di polemiche sul piano di riequilibrio.

Pioggia di aumenti a Palermo

Una pioggia di aumenti che, già nell’immediato, infliggerà un grosso salasso alle tasche dei palermitani. Irpef raddoppiata, tariffari aumentati, previsioni d’incrementare il numero di multe inflitte e la capacità di riscossione dei crediti. Insomma, come previsto, a pagare il conto decisamente salato degli sprechi degli ultimi decenni saranno i cittadini. “L’ultimo regalo di Leoluca Orlando, quello che ‘il sindaco lo sa fare’, è l’approvazione di un fantomatico piano di riequilibrio che dovrebbe evitare il default ma che di fatto lascia la città di Palermo ed i palermitani in ginocchio per i prossimi vent’anni”. Secondo Totò Lentini, capogruppo dei Popolari e Autonomisti all’Ars e candidato alle prossime amministrative come sindaco di Palermo.

Irpef oltre ogni limite

Come sottolinea Lentini, si tratta di “Un piano approvato con il parere contrario del ragioniere generale, con le forti perplessità del collegio dei sindaci, che punta a riscuotere tasse in una percentuale impossibile, considerata la mole di lavoro e i dipendenti in servizio, che aumenta l’addizionale Irpef oltre ogni limite, che incrementa la tassa sui rifiuti senza offrire servizi adeguati e che prende in giro i tanti dipendenti part time del Comune, che sono tra i pilastri di un ente che Orlando ha portato al disastro”. “Le opposizioni abbiano l’orgoglio di battere un colpo, bocciando tutte le delibere che l’amministrazione comunale porterà in aula per l’approvazione di ogni singolo atto”, conclude Lentini.

Pioggia di critiche al piano

Anche associazioni di categoria e sindacati contrari all’approvazione del piano lacrime e sangue di Palermo. “Il Comune di Palermo non andrà in dissesto ma andranno in dissesto le imprese e le famiglie, che già da anni si sobbarcano il peso di un’economia fragile e le conseguenze della pandemia, e che per i prossimi 20 anni pagheranno le tasse più alte d’Italia in cambio dei servizi al cittadino peggiori”. Lo ha detto la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio dopo l’approvazione in Consiglio Comunale del Piano di riequilibrio. Intanto la Fp Cgil “conferma lo stato di agitazione” dei dipendenti.

Piano da sottoporre al governo nazionale

Una manovra, quella presentata dalla giunta Orlando da sottoporre ancora al governo nazionale e alla Corte dei Conti, che sarà un pesante fardello e che peserà sulla città e sui suoi cittadini per i prossimi 20 anni. A partire dal salasso delle tasse, prima di tutte l’addizionale comune Irpef, per la quale è previsto dallo 0,8% del 2021 un aumento di coefficiente all’1,56% per il 2022 e all’1,73% per il 2023.