Si è aperta la discussione generale sul piano di riequilibrio all’interno del Consiglio Comunale di Palermo. Documento che incatenerà i destini dei cittadini palermitani e delle future consiliature per i prossimi vent’anni. Una pioggia di aumenti palesati in una manovra lacrime e sangue che massimizzerà le tariffe dei servizi a domanda individuale e, in pratica, quasi raddoppierà l’Irpef. Un salasso che saranno chiamati a pagare i cittadini palermitani, salvo emendamenti correttivi. Proposte di modifica che sono piovute su Sala delle Lapidi, in una seduta terminata a notte inoltrata.

Tanti i momenti di tensione, con il presidente Salvatore Orlando costretto a sospendere la seduta per ben quattro volte. Oggi si riprenderà alle ore 16:00, con l’analisi degli emendamenti. Critiche le posizioni di Italia Viva, Sicilia Futura ed “Oso”. Più aperto al dialogo il centrodestra, in particolare i gruppi della Lega e Forza Italia. Ma qualcuno ha più volte espresso perplessità. Dialettica che difficilmente avrà luogo, vista anche l’ennesima scure che pende sul piano di riequilibrio, ovvero il contenzioso Amat da oltre 100 milioni di euro.

Il salasso del raddoppio Irpef

Un macigno sulla testa delle future amministrazioni, che si aggiunge ai numerosi aumenti imposti alla cittadinanza. Fra questi, quello più pesante è relativo all’addizionale Irpef. Secondo quanto prevede l’attuale bozza del piano di riequilibrio, è previsto un aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023. Tradotto: 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Un conto decisamente salato che pagherà chi ha già pagato in passato, ovvero i contribuenti. Ulteriori imposte che, come dichiarato dal consigliere comunale di “Oso” Ugo Forello, “rischiano di trasformare Palermo nella città con la più alta pressione fiscale d’Italia“. Ciò in attesa che la macchina del recupero crediti inizi a funzionare a livelli da media nazionale. Questione, quella dell’Irpef, che si aggiunge ai numerosi punti irrisolti del piano di riequilibrio, come ad esempio la vendita delle quote Gesap nel 2025, il dimezzamento delle Circoscrizioni a partire dal 2027 o la possibile scure rappresentata dal contenzioso fra il Comune di Palermo e Amat.

La scure del contenzioso “Amat”

Un “piano dinamico” l’ha definito ironicamente il capogruppo di Italia Viva Dario Chinnici, durante il dibattito in aula. Un’affermazione derivata dalle risposte date dall’esponente del Collegio dei Revisori Salvatore Sardo, in merito ai crediti vantati da Amat per oltre 100 milioni di euro. “Se si manifestano, il piano salta”, ha affermato il tecnico. Un’affermazione che getta importanti domande sulle possibilità di riuscita del piano di riequilibrio. Anche se il sindaco Leoluca Orlando ha provato a gettare acqua sul fuoco: “Al momento è solo una pretesa creditoria, per questo non c’è menzione nel piano”. Spiegazioni che non sono servite a placare le critiche, soprattutto dagli scranni di “Oso” e “Fratelli d’Italia”.

Aumenti su impianti sportivi, mercati e servizi a domanda individuale

Altro capitolo riguarda gli aumenti sui servizi a domanda individuale. Secondo quanto riporta il prospetto pubblicato sull’albo pretorio, il Comune conta di imporre su tali voci di entrata un tasso di copertura al 36%, che porterebbe gli introiti dai 5,1 milioni di euro attuali ai quelli 7,6 milioni del piano di riequilibrio. Una percentuale praticamente pari a quella di un possibile dissesto. Ad essere intaccati principalmente sono i tariffari legati ad impianti sportivi, mense scolastiche, servizi cimiteriali, mercato ittico ed ortofrutticolo, nonchè musei e spazi espositivi.

Salasso imposto in una città in cui, tanto per fare un esempio, di impianti sportivi funzionanti ce ne sono davvero pochi. Alcuni, peraltro, sono chiusi da anni in attesa di lavori mai conclusi, leggasi il Velodromo o la Palestra Pesante di Borgonuovo. E l’onere di saldare la quietanza degli aumenti spetterà, come è evidente, ai cittadini palermitani. Insomma, chi ha già pagato in passato sarà “vessato” ancora di più.

La battaglia su stabilizzazioni ed assunzioni del personale

Ma, più che sulla pioggia di aumenti, l’attenzione principale dell’Aula nella seduta di ieri è stata dedicato al piano del personale. Un nodo centrale del piano di riequilibrio, necessario per garantire le funzionalità necessarie alla macchina amministrativa per onorare quanto sottoscritto. La prima bozza presentata dalla Giunta non ha riscontrato il successo sperato. Il segretario generale Antonio Le Donne ha così fornito una soluzione alternativa, che si basava sulla stabilizzazione di tutti i dipendenti coinvolti nel piano a 30 ore, in una data da identificare a partire dal 1 luglio in poi. Proposta derivata dalle forti polemiche scatenate dai sindacati, in merito alle mancate rassicurazione da parte dell’Amministrazione. Un fatto che ha portato le sigle dei lavoratori ad indire uno sciopero per il 31 gennaio proprio a Palazzo delle Aquile.

I documenti da approvare post piano di riequilibrio

La nuova manovra del personale dovrà però scontrarsi con il volere dell’aula e, soprattutto, con la burocrazia. Per attuare il piano in questione servirà sbloccare il bilancio previsionale 21-23 (attualmente commissariato) e il successo documento relativo al triennio 22-24. Atto che, salvo imprevisti, verrà approvato durante la prossima consiliatura. Ed è proprio quest’elemento a preoccupare del piano di riequilibrio, ovvero la sua longevità nel tempo. Vent’anni di economie e di manovre per cercare di riportare nei ranghi i conti del Comune di Palermo.

La protesta sul caso della scuola Franchetti

Seduta che è iniziata con l’intervento del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha ribadito l’esigenza di approvare l’atto al fine di evitare il dissesto. Dibattito che è subito andato incontro ad una sospensione, in seguito all’intervento della consigliera comunale Giulia Argiroffi. L’esponente del gruppo “Oso” ha rappresentanto le difficoltà dei bambini della scuola Franchetti. Un caso che vede coinvolte 150 famiglie, in attesa di una sistemazione definitiva dopo l’avvio dei lavori di ristrutturazione sul plesso scolastico della II Circoscrizione.

Momenti di tensione che si sono riproposti durante l’intervento del segretario generale, chiamato a rispondere sulle domande poste dagli esponenti di Sala delle Lapidi. Molto duro Ugo Forello che ha annunciato una pioggia di emendamenti all’atto. Una chiara volontà di alzare le barricate sull’approvazione dello stesso. Perplessità condivise anche dai gruppi di +Europa e della Lega. Nervosismo crescente anche durante il rientro del presidente Salvatore Orlando, che ha sospeso nuovamente la seduta.