“I commercianti non hanno più alibi per non collaborare con le forze dell’ordine. Hanno molti modi per fare arrivare un messaggio di aiuto.

La consapevolezza che le estorsioni ci sono e continuano a controllare i territori ma l’operazione di oggi ci dà soddisfazioni, abbiamo ripulito il quartiere da persone che estorcevano denaro anche durante le feste religiose.

Vent’anni fa si poteva capire, oggi sottomettersi a questa arroganza di questi delinquenti Palermo non se l’ho può permettere. La mafia è in crisi come la società.

Spesso i picciotti che si presentano per chiedere il pizzo spesso non sono autorizzati a chiedere il pizzo. Ci provano per potere contare su introiti che non rappresentano il pieno sostentamento della mafia, ma solo il metodo per potere intimidire e controllore gli operatori economici”.

Lo afferma Renato Cortese, questore di Palermo nel corso della conferenza stampa sugli arresti nell’operazione nel quartiere Noce di Palermo.

Si passava dalle estorsione di 1000 euro ai 20mila euro.La pozione del parroco è un condizionato. “L’episodio più eclatante – sottolinea Rodolfo Ruperti- Capo della Squadra Mobile di Palermo. nessuna festa religiosa il guadagno degli stand erano finalizzati al sostentamento dei detenuti.

Loro pensavano di organizzare la festa per evitare che i commercianti poi si nascondessero o evitassero di pagare il pizzo. Il capo indiscusso è Giovanni Musso, che è riuscito attraverso una società intestata a Di Bella controllava il mercato del caffè”.

“L’assegnazione dei posti veniva tramandata- racconta Gianfranco Minissale – dirigente del gruppo contrasto Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo, a muovere le fila anche Nicolò Pecoraro.

È stata un’attività portata avanti in modo tradizionale nessun apporto del collaboratore di giustizia. Tranne un esponente condannato per art.416 tutti gli altri cresciuti nell’ombra ma che piano piano hanno aspettato il loro momento per emergere.

GLi affiliati hanno portato all’attenzione di Musso problemi personali, era lui che muoveva le fila”.