I Nastrini scendono in piazza come preannunciato nei giorni scorsi. “L’ottenimento dell’emendamento per i lavoratori dei cantieri di servizio non ci ferma dall’obiettivo principale della nostra lotta”, affermano.

“Chiediamo l’apertura di un tavolo di lavoro permanente con le istituzioni competenti, chiediamo che vengano sbloccati dei bandi di concorso, chiediamo che vengono investiti una parte di fondi del Recovery Fund per creare una risposta occupazionale in città per tutti i disoccupati e le disoccupate, e per tutti quei giovani che provano ad avvicinarsi al mondo del lavoro.
Purtroppo, per il menefreghismo e la voglia di profitto dei governi che si sono succeduti, la nostra città soffre di una piaga che nel corso degli anni non ha fatto altro che peggiorare, ci ritroviamo con un tasso di disoccupazione giovanile e non, molto alto rispetto alle altre città d’Italia” afferma un manifestante.

E ancora: “Da sempre ci chiedono di fare sacrifici, di stringere la cinghia, ma con con l’avvento della pandemia e del conseguente piano di emergenza tanta, tantissima gente non ha più un lavoro, tantissima gente non riesce più ad arrivare a fine mese e molti sono costretti a vivere uno stato di indigenza permanente.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, in cui non possiamo e non vogliamo fare più sacrifici. Abbiamo consapevolezza che solo tutti insieme possiamo cambiare le sorti di questo mondo. Crediamo in un futuro migliore e giorno dopo giorno cercheremo di costruire un’alternativa alla miseria che ci circonda. Siamo consapevoli che solo uniti si vince!”.

Concludono i Nastrini: “Creiamo comunità e continuiamo a pretendere una vita migliore per tutti e tutte. Continuiamo a batterci affinché venga trovata una soluzione al dramma della disoccupazione. Non possiamo più permetterci di tirare avanti così, abbiamo fatto troppi sacrifici e non vogliamo più abbassare la testa. Vogliamo un cambiamento reale che investa tutta la città!”.

A protestare anche i lavoratori dei cantieri di servizio di Palermo. A spiegare i motivi della mobilitazione Giusi Belmonte, manutentore.

“Chiediamo tante cose – dice la lavoratrice -. E’ un periodo di pandemia, tragico per i lavoratori.
In quattro mesi abbiamo anticipato i soldi dei viaggi, i soldi anche per prenderci un misero caffè la mattina.
Non abbiamo visto ancora un euro, quando praticamente i cantieri di servizio sono partiti proprio per la necessità delle famiglie in un periodo così tragico.
Molte persone non hanno un lavoro. Palermo è distrutta, il sindaco non risponde, non ci aiuta nessuno.
Noi, nonostante la pandemia, siamo venuti qui a farci sentire, mettendo a rischio la nostra salute.
Vogliamo certezze, siamo stanchi di sentire sempre le stesse frottole”.

A farle da eco Maurizio Bongiovanni che puntualizza: “I lavoratori dei cantieri di servizio pur lavorando da ottobre ancora non hanno ricevuto un centesimo. L’altra questione riguarda la richiesta di apertura di un tavolo tecnico che affronti le problematiche di carattere sociale.
Ormai la situazione palermitana è totalmente al collasso e con il Covid si è ulteriormente aggravata.
Noi vorremmo capire cosa intendono fare le istituzioni e come si può riavviare un processo di crescita nella città di Palermo”.

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