Il comune di Castellana Sicula ha appaltato i lavori di “Efficientamento degli immobili comunali” per un importo complessivo di 57 mila euro. Tra gli altri interventi da realizzare si sta procedendo al rifacimento delle due scalinate di piazza Vincenzo Miserendino che fiancheggiano la casa comunale da più di mezzo secolo. Le gradinate sono state realizzate insieme all’edifico oltre 50 anni fa.

La parte progettuale delle opere è stata coordinata dall’Ufficio Tecnico del Comune, diretto dall’ingegnere Pietro Conoscenti, che si è avvalso del geometra Giuseppe Ventimiglia (responsabile comunale del servizio manutenzioni) per la progettazione. Fino a questo punto nulla da eccepire sulla procedura amministrativa.

All’esecutivo è stato invece contestata la decisione di utilizzare una tipologia di pietra diversa rispetto a quella originale, proveniente dalle cave di Nociazzi (una borgata a monte di Castellana Sicula). Nello specifico, sul lato sinistro dell’edificio comunale è stata installata la stessa pietra recuperata dalla demolizione delle due rampe; mentre sul lato destro blocchi di pietra totalmente differenti, per consistenza e per colore.

Ne deriva che guardando la facciata principale del Municipio, salta subito all’occhio la diversità cromatica delle due gradinate; una diversità assai impattante e sgradevole.

Pare che la Sovrintendenza non sia stata coinvolta in questa scelta che, a detta di Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione “Il Caleidoscopio” “non è frutto di uno studio accurato, ma di un mero ragionamento basato sull’economia dei lavori, tralasciando l’impatto negativo che l’opera produce alla vista, deturpando l’ambiente circostante. Ho ritenuto necessario informare la Sovrintendenza BB.CC. di Palermo dell’accaduto; gli uffici si sono immediatamente attivati a fermare i lavori in attesa che lunedì prossimo (25 giugno, ndr) il Comune motivi, al funzionario delegato dal Sovrintendente di Palermo, le ragioni di questa scelta”.

La pietra utilizzata per Lapunzina appare come materiale “acquistato ai grandi magazzini” volendone indicare l’aspetto scadente.

Lapunzina, che ritiene indispensabile tutelare il patrimonio architettonico quale testimonianza del passato da custodire per le generazioni future, aggiunge: “ci sono utenti che per installare o sostituire il camino di una stufa, di un forno o per realizzare un’opera in armonia con l’ambiente circostante devono rivolgersi alla Sovrintendenza con notevole aggravio di spese, non comprendo il motivo per cui questo ‘privilegio’ non sia valso anche per l’amministrazione comunale castellanese. – E conclude – sono fiducioso che i funzionari della Sovrintendenza non si faranno convincere dalle chiacchiere ammalianti degli amministratori e tecnici del comune e che imporranno al progettista di ripensare con più attenzione la scelta fatta”.