E’ stato uno degli uomini chiave dell’operazione che ha portato Nello Musumeci a diventare presidente della Regione e dunque alla rinascita del Centrodestra in Sicilia. Riconosciuto da tutti come l’uomo aggregante della destra catanese, o forse del centro destra della Sicilia orientale, Raffaele Stancanelli quasi a sorpresa (ma non troppo in fondo) adesso corre alle Europee con Fratelli d’Italia.

La sua scelta, dopo la decisione di Musumeci di restare ‘neutrale’ in questa elezione, è stata interpretata in mille modi. Si è parlato di ‘separazione’, di luna di miele finita ma anche di strategie che lo stesso Movimento Diventerà Bellissima potrebbe aver messo in campo. La realtà, come sempre accade, sta probabilmente altrove.

BlogSicilia lo ha chiesto proprio a Stancanelli nel giorno dello sbarco a Palermo di Giorgia Meloni.

Forza Italia spaccata, i candidati centristi nelle liste azzurre, il sindaco Pogliese che lascia la formazione ma Giovanni La Via che resta nonostante escluso dalle liste. Gli accordi fra correnti. E Stancanelli che non corre con Musumeci. Che sta succedendo nel centrodestra a Catania e in Sicilia in generale?

“Succede che il Centrodestra ha bisogno di rifondarsi e la Sicilia può diventare un nuovo laboratorio politico come, di fatto, è sempre stata. Il laboratorio Sicilia, al suo interno, ha un laboratorio politico Catania. Questo è ciò che può essere. Certamente la mia mira è sempre quella di aggregare. Perchè a questo centrodestra che si spacca in mille rivoli serve un punto di aggregazione. L’essere tornati competitivi non basta. Bisogna tornare uniti”

E come si sposa questa idea con la candidatura di Stancanelli? Non rischia di essere divisiva?

“Assolutamente no, perchè dovrebbe esserlo. Al contrario nasce proprio dalla considerazione che possa essere un punto di incontro delle tante anime rimaste orfane di una ideologia, di un modo di concepire la politica e di amministrare. Anime che si riconoscono nel centrodestra e che riconoscono, bontà loro, a Stancanelli di essere sempre stato un coerente punto di riferimento”.

E il rapporto con Musumeci, allora?

“Ho capito e rispetto la scelta del Presidente della Regione di restare neutrale. Non la condivido e per questo ho accolto l’invito di Giorgia Meloni. Nella mia vita politica ci ho sempre messo la faccia. Ed anche se questa candidatura non era prevista ne prevedibile ha ragione la Meloni quando dice che bisogna metterci la faccia e ricostruire”.

Dunque come si esce dalle spaccature e dalle divisioni?

“Costruendo la seconda gamba del Centrodestra intorno a Fratelli d’Italia. La sfida è questa prima ancora che quella elettorale ‘pura’. Si tratta di mettere insieme nell’urna, come nel territorio, questo insieme di uomini, donne ed idee. Si può fare. Ne sono convinto e su questo punto. Per il resto le divisioni non interessano. Vanno evitate. Bisogna ritrovare ciò che ci unisce e non cercare ciò che ci divide perchè i valori comuni sono sicuramente quelli migliori e sono anche la nostra miglior offerta al Paese e al territorio”

La sfida è servita a Catania come a Palermo. Ma più che una sfida interna vuole essere un percorso di costruzione che guarda, dalla Sicilia, al Paese. E’ una sfida per e non contro quella che Stancanelli sta pensando. Una idea della politica che è comunque diversa da quella delle correnti che stanno confrontandosi in queste ore alla ricerca di chi possa essere veramente una guida.

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