Delle 20 storie delle rinnovabili che faticano a decollare in Italia, ben 3 riguardano la Sicilia. E’ quanto emerge dal rapporto di Legambiente dal titolo “Scacco Matto alle rinnovabili. Tutta la burocrazia che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo gas e finte soluzioni” in cui l’associazione ambientalista racconta e raccoglie storie simbolo di blocchi alle fonti pulite. L’Isola risulta essere tra le regioni italiane in cui queste storie ricorrono con maggior frequenza. Secondo gli ambientalisti le rinnovabili faticano a decollare e anzi il più delle volte sono ostacolate da una burocrazia farraginosa, ma anche da blocchi da parte di amministrazioni locali e regionali, da comitati, senza dimenticare il ruolo del ministero della Cultura e delle sovrintendenze.

Quali sono gli ostacoli

A metterle sotto scacco matto sono normative obsolete, la lentezza nel rilascio delle autorizzazioni, la discrezionalità nelle procedure di valutazione di impatto ambientale, blocchi da parte delle sovrintendenze, norme regionali disomogenee tra loro a cui si aggiungono contenziosi tra istituzioni. E la poca chiarezza è anche causa delle opposizioni dei territori che devono districarsi tra regole confuse e contraddittorie.

L’impianto eolico galleggiante

Il primo caso siciliano che viene menzionato da Legambiente è quello che riguarda i problemi per la realizzazione dell’impianto eolico galleggiante nel Canale di Sicilia. Un progetto ambizioso ed innovativo da realizzare in sette anni e che al momento trova forti opposizioni da parte di alcune amministrazioni, comitati Nimby e rappresentanti del settore ittico.

L’impianto di San Filippo del Mela e del ragusano

Ostacoli e blocchi si verificano anche nel caso dell’impianto a biometano a San Filippo del Mela, nel messinese, progetto di riconversione della centrale A2A attualmente alimentata con olio combustibile. Il tutto è legato ad una vicenda controversa, fin qui senza lieto fine, in cui è coinvolta la sovrintendenza. C’è poi la questione dell’impianto a biogas di Pozzallo, nel ragusano, ottenuto tramite trattamento anaerobico da rifiuti, che rappresenta un altro caso di “caos legislativo e di opinioni” a cui sono sottoposte le rinnovabili.

Legambiente Sicilia: “Si fanno interessi delle lobbies”

“Assistiamo basiti allo stop alle rinnovabili. Il rapporto pubblicato oggi – dichiara Anita Astuto, responsabile Energia e clima di Legambiente Sicilia -. E’ una fotografia desolante di un Paese e di una Regione che non vuole vedere la soluzione ma crogiolarsi nei suoi problemi, facendo di fatto gli interessi delle lobbies delle fossili, degli eterni signori delle discariche e degli inceneritori. La nostra atavica emergenza rifiuti potrebbe essere risolta in primis con impianti per la produzione di biometano da Forsu e la questione dei rincari del gas con bollette alle stelle, dovrebbe far riflettere sulla necessità di lavorare perché gli impianti da fonte rinnovabile possano farsi presto e bene. Senza dubbio è importante vigilare sulla qualità dei progetti e il ruolo di sentinella da parte di tante espressioni territoriali, compresi i nostri circoli, è importante per evitare che si realizzino opere inutili e dannose. Tuttavia il giudizio negativo da parte di enti o l’opposizione da parte di amministrazioni locali o cittadini va supportata da valutazioni obiettive che portino all’individuazione di soluzioni, non alla paralisi”.