Gli agenti della Squadra Mobile, insieme ai militari della sezione navale della Guardia di Finanza, hanno sottoposto a fermo tre cittadini turchi, rispettivamente di 23, 33 e 19 anni, accusati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sbarco in barca a vela

I fermi sono stati eseguiti in relazione allo sbarco di 74 migranti di nazionalità iraniana ed irachena giunti nelle acque italiane a bordo di una barca a vela battente bandiera statunitense.

Veliero salpato dalla Turchia

L’imbarcazione, salpata da una località costiera della Turchia, è stata intercettata da una motovedetta della Capitaneria di Porto, nella prima mattinata di ieri, al largo di Punta Milocca (Siracusa).

Migranti sulla zattera

A poche decine di metri dal veliero c’era un zattera di salvataggio con alcuni migranti che per primi si stavano allontanando verso la terraferma. I migranti sono stati successivamente condotti presso l’area del Porto di Portopalo di Capo Passero.

Le testimonianze

Le dichiarazioni rese da una migrante sulla dinamica della traversata e la conduzione dell’imbarcazione,  riscontrate da alcuni video e foto contenuti all’interno dei cellulari dei fermati, hanno consentito di procedere al fermo di indiziato di delitto: i tre giovani turchi sono stati condotti in carcere.

Emergenza sbarchi nel Siracusano

Sembrano non finire gli sbarchi nel Siracusano: in particolare, a Portopalo di Capo Passero, sulla punta estrema della Sicilia orientale, si sono verificati, tra ieri ed oggi, 5 approdi di barconi con migranti. Fino ad oggi, sono 200 gli stranieri arrivati ma l’emergenza non è ancora finita.

Attesi altri sbarchi

Dalle informazioni in possesso alle forze dell’ordine, sono attese altri imbarcazioni, per cui il conto dei migranti dovrà essere aggiornato ora per ora. Sono scattati i protocolli sanitari da parte della polizia di Siracusa: le persone a bordo dei barconi sono state sottoposte ai tamponi, frattanto sono stati avviati gli accertamenti per identificare i migranti e verificare, contestualmente, se vi sono tra loro gli scafisti delle organizzazioni criminali che hanno organizzato la traversata.