“Non siamo disponibili né mai lo saremo a indietreggiare sui diritti dei lavoratori”. Così il sindacato Libersind Confsal risponde alle polemiche e alle accuse del sovrintendente del teatro Massimo di Palermo Marco Betta e del sindaco Roberto Lagalla dopo la riuscita dello sciopero di domenica 26 marzo, che ha portato all’annullamento del concerto serale che doveva essere diretto da Gabriele Ferro.

Cosa lamenta il sindacato

Il concerto in programma al Teatro Massimo domenica 26 marzo è stato annullato a causa dello sciopero proclamato da Libersind Confsal.  “Il Libersind – si legge ora in una nota del sindacato – aveva già dichiarato lo stato di agitazione venerdì 24 marzo, dopo l’ennesimo incontro in cui veniva presentata una bozza welfare modificata unilateralmente, senza aver minimamente accolto le proposte suggerite dal nostro sindacato. Da vent’ anni i salari sono bloccati, premio di produzione dimezzato, forniture vestiario incomplete, indennità decurtate, annosa trattativa sullo spostamento del giorno di riposo pendente, concorsi da bandire e l’elenco potrebbe continuare. Questo sindacato non intende perdere l’ennesima occasione per migliorare le condizioni dei lavoratori ma soprattutto per usare in maniera equa e trasparente i soldi dei soci, in primis il Comune. Affinché il finanziamento del sindaco non vada disperso, sono già tre mesi che pressiamo per ottenere quanto promesso in termini di welfare, senza dimenticare che dopo la bozza firmata bisognerà ancora attendere il passaggio ai revisori dei conti ed alla Corte dei conti. I lavoratori sono provati ma nessuno vuole raccogliere in tempi celeri il loro malessere, un malessere che ha condotto ad un‘adesione trasversale allo sciopero”.

“Libersind è il secondo sindacato per numero di iscritti”

E poi ancora “Stranisce la dichiarazione del Sovrintendente che definisce “minoritario” il nostro sindacato. Il Libersind è il secondo sindacato per numero di iscritti in teatro. Ma, volendo accogliere la definizione di “minoritario” di Betta, qualcosa ci sfugge. Come può un sindacato “minoritario” bloccare l’attività? Evidentemente Betta non conosce i numeri oppure i lavoratori aderenti alle altre sigle hanno deciso di sostenerci: in entrambi i casi Betta dimostra di non avere il termometro della sua azienda e dei suoi lavoratori”.

“Ci scusiamo con gli spettatori”

“Spiace per il pubblico – conclude Libersind – ma chi doveva avvisare, il sindacato l’aveva fatto tramite i media, forse non ha raccolto le sollecitazioni e le domande sul sito della Fondazione in cui si chiedeva conferma dello sciopero. Inoltre la Fondazione è nella disponibilità dei maggiori canali social per i rapporti con l’esterno ed il pubblico. Ci scusiamo con gli spettatori ma la Dirigenza dovrebbe scusarsi anche con i lavoratori che non vedono rispettate le legittime rivendicazioni, sarebbe bastata una bozza corretta ed inviata a tutte le sigle sindacali per evitare lo sciopero. Appare infine singolare il ringraziamento alle altre sigle sindacali: si ha la sensazione che parte e controparte coincidano, oltre ad un tentativo di voler alimentare le spaccature. Il Libersind non è mai entrato nelle proteste di altre sigle a prescindere dalla divergenza delle posizioni. Al Sindaco-Presidente rivolgiamo l’appello di imprimere un’accelerazione nella trattative perché si tratta di denaro pubblico”.

Cosa hanno detto Lagalla e il sovrintendente

“L’iniziativa – dicono Lagalla e il Sovrintendente in merito all’annullamento  del concerto in programma domenica sera – oltre al danno economico, ha arrecato un grave danno d’immagine alla Fondazione Teatro Massimo impedendo l’esecuzione del concerto diretto dal Maestro Gabriele Ferro, direttore onorario del Teatro e figura di spicco del mondo musicale internazionale. Lo sciopero appare ancor più intollerabile per la presenza in teatro di un gran numero di spettatori, e tra loro di tantissimi turisti, che non hanno potuto assistere al concerto e che conserveranno di questa serata e della città un pessimo ricordo”.