I carabinieri hanno individuato il covo dove trascorreva la sua latitanza Giovanni Vitale detto il Panda.

L’uomo che era fuggito alla cattura dopo una condanna aveva trovato casa a Borgetto, piccolo centro in provincia di Palermo.

I militari nel corso di un sopralluogo hanno trovato documenti che possono essere utili alle indagini. Ieri Giovanni Vitale era stato bloccato da una cinquantina di carabinieri a Giardinello in contrada Bonagrazia.

Il latitante ha cercato di fuggire sui tetti, ma è stato bloccato. Insieme a lui è stato arrestato l’operaio Salvatore Billeci, 32 anni, che avrebbe accompagnato la moglie del boss per un incontro d’amore.

In quella zona ritenuta sicura la donna avrebbe consegnato anche vestiti puliti e alcune medicine.

Il proprietario dell’immobile nel centro di Borgetto che ha ospitato Giovanni Vitale nel corso della sua latitanza, un uomo di 53 anni di Partinico, è stato denunciato in stato di libertà con l’accusa di favoreggiamento.

Nell’appartamento i carabinieri hanno sequestrato dei documenti, d’identità e di guida, con la foto di Vitale ma intestati ad un’altra persona. Su questo i militari stanno indagando. Era apparso subito chiaro che l’abitazione dove è stato bloccato ieri Vitale non era il covo.

Quello per il latitante, affiliato alla famiglia mafiosa di Resuttana era un posto ritenuto sicuro dove potere incontrare la moglie. I militari sono arrivati a bloccare Vitale proprio seguendo gli spostamenti della donna.