“Il presidente Musumeci non vede l’ora che io me ne vada. Non sarò piu’ assessore ai Beni culturali. Hanno deciso loro che me ne devo andare, non ho scelto io”.

Lo ha detto Vittorio Sgarbi, presentando la mostra “Antonello incontra Laurana” a Palermo. “La sgradevolezza nei
confronti di un grande professionista quale io sono – ha aggiunto – si manifesta continuamente. Oltretutto, se me ne
fossi andato tre giorni fa questa mostra sarebbe rimasta orfana, cosi’ come quella a palazzo Riso che inaugureremo presto”.

Vittorio Sgarbi racconta gli ultimi giorni burrascosi nella giunta di governo e parla di una chiamata ricevuta dal governatore che gli avrebbe chiesto di dimettersi “io sono Sgarbi, se vuole cac ciarmi lo faccia ma non è una bella cosa chiamarmi per dirmi che mi devo dimettere”.

“Devo sloggiare per lasciare il posto a qualcuno che sono sicuro sarà siciliano e appartenente a un partito – ha aggiunto Sgarbi – Me ne andrò quando lo consente il regolamento del Parlamento”.

“Il presidente della Regione mi ha chiamato dicendo che la situazione era insostenibile, credo forse perché ci sono i Cinque stelle alla porta. Il patto che prevedeva – ha proseguito – le mie dimissioni qualora fossi diventato ministro. Forse, visto che difficilmente diventerò ministro, sarei rimasto assessore qui. Però avevo bisogno di capire come vanno le cose, la situazione è ancora incerta”.

“Ho voluto portare al Comune di Palermo non delle cose preconfezionate tipo Manifesta a cui guardo con sospetto, ma delle iniziative della Regione che sono almeno trenta – ha aggiunto – Come professionista vorrei portare a compimento queste cose almeno nella fase istruttoria e rispettare il regolamento della Camera che farebbe slittare le mie dimissioni almeno a inizio maggio, magari l’8 maggio che fu il giorno in cui mi cacciò la Moratti”.

Sgarbi, dunque, andrà via perchè non più gradito in Sicilia ma chiede tempo. in particolare chiede di poter restare assessore fino all’ultimo istante consentito dalla legge dal regolamento della Camera. Formalmente chiede tempo per completare i progetti avviati o quantomeno dare loro il via.

Di fatto la Camera dei deputati assegna un mese di tempo per scegliere dopo l’insedimaneto. questo significa che Sgarbi resterà probabilmente fino a fine aprile o ai primi di maggio come da lui stesso ipotizzato.

“Ho un piccolo ricatto per Musumeci, che non vede l’ora che me ne vada. Il 27 arriva un mecenate che porterà 39 milioni per Selinunte. Non li dà a me, ma deve trattare con me. Con chi tratterà se me ne vado? Fossi Musumeci aspetterei” ha aggiunto ancora l’assessore regionale ai Beni culturali. Per Sgarbi l’attività dell’assessorato in questi tre mesi “è molto intensa, e soffro l’idea di rispondere a inutili polemiche sul fatto che non si sia fatto nulla”.

“Miccichè – ha aggiunto Sgarbi – voleva che io rimanessi il più possibile. E’ stato molto disponile. La data del 27 l’ha in realtà indicata l’assessore Cordaro come prima data utile. Era la posizione della giunta rispetto a un corpo estraneo quale sono io”.

“Mi pare di avere fatto bene nelle condizioni in cui ero è in tre mesi di lavoro – ha spiegato – Non ho parlato con Musumeci e non ho intenzione di parlargli. Non sono stato invitato al ‘ritiro sui monti’. Nessuno mi ha detto nulla”.

Sgarbi ha quindi aggiunto: “Non è che se strillano quattro grillini io devo andare via. Musumeci non mi ha deluso, semplicemente non mi è sembrato cortese. Io sono Sgarbi, lui è Musumeci. Mi chiami e mi chiedi cosa fare. Non devi darmi ordini. La buona educazione credo sia il primo dato”.

Per lui, che si definisce l’unica opposizione ai 5 stelle, proprio questa mattina l’ultimo attacco ai 5 stelle siciliani deputati all’ars definiti ignoranti che rubano lo stipendio (leggi qui)