Appena ieri BlogSicilia aveva denunciato come,  per l’ennesima volta, la Sicilia fosse spaccata in due per effetto della chiusura ai mezzi pesanti di un viadotto lungo la Palermo – Catania. Per scavalcare quel tratto camion e autobus devono seguire un percorso alternativo del quale fanno parte 20 chilometri di strade dissestate, crepacci e burroni e di enormi disagi.

A distanza di neanche 24 ore arrivano notizie delle prime ‘vittime’ di questa situazione. Nessun danno alle persone, per fortuna ma il primo tir è finito fuori strada proprio in quel tratto impercorribile denunciato ieri.

Si tratta di un mezzo pesante adibito al servizio di trasporto rifiuti. Nel percorrere una curva della strada Provinciale 19 il mezzo è scivolato lateralmente probabilmente a causa proprio della strada dissestata ed è finito  di traverso nel  fango.

Sul posto sono dovute intervenire le forze dell’ordine, l’Anas e i mezzi di soccorso per il recupero del grosso tir. Inevitabili le lunghe code di mezzi pesanti che si sono create già a partire da Resuttano lungo tutta la provinciale 19.

I nuovi disagi sull’autostrada Palermo-Catania sono iniziati il 20 dicembre scorso quando una carreggiata del viadotto Cannatello sulla A19 è stata dichiarata a rischio crollo e da quel momento chiusa al traffico e dunque non è più percorribile per i  mezzi pesanti più di 3,5 tonnellate.

La deviazione ha causato proteste sopite per effetto della limitazione al traffico limitata ai mezzi pesanti ma a distanza di una ventina di giorni dall’avvio di questi percorsi alternativi da ieri sono iniziate le proteste per effetto proprio di quel tratto di circa 20 chilometri, spaventoso a percorrersi,  che può diventare una vera e propria trappola non solo per i camion, come successo oggi, ma anche per gli autobus di linea.

Il problema riguarda i mezzi pesanti ma ciò significa non solo i Tir. Anche gli autobus di linea sono costretti ad affrontare un percorso alternativo che prevede l’utilizzo delle strade provinciali 19, 10, 72 e 112 e di un pezzo di statale 112 fino allo svincolo di ponte Cinque Archi dove è previsto il rientro in autostrada. Una deviazione che obbliga all’attraversamento dei centri abitati di Resuttano e Santa Caterina Villarmosa già colpiti da dissesti idrogeologici.

Una restrizione al traffico che sta già causando enormi disagi agli autotrasportatori e oggi anche questo incidente ma soprattutto ai pullman extraurbani che collegano Palermo con quasi tutte le altre province siciliane. La Sais autolinee ha già cambiato i percorsi di nove linee: le corse dirette a Catania, sono quelle che subiscono i maggiori disagi perché passano per Messina allungando di oltre un’ora e mezza i tempi di percorrenza, con un costo superiore del 70 per cento a corsa. Cambiano i percorsi anche i collegamenti fra Palermo e Caltanissetta, Gela, Enna, Piazza Armerina, Agrigento (via Caltanissetta) e Caltagirone. I mezzi della Interbus per Siracusa, invece, sono costretti a seguire il percorso della deviazione affrontando buche, dissesto e passando non lontano da crepacci che fanno paura agli utenti.

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