“270 metri che sembrano un abisso tra Sicilia e Italia, in quella vergogna che è il viadotto Himera. Quasi 5 anni da quel 10 aprile 2015, 1734 giorni, e ancora niente. Ha ragione @marcofalconect: serve pari trattamento Sicilia-Liguria. Il governo @Musumeci_Staff alzi la voce a RM”.

Così la Cisl su Twitter a proposito della strozzatura del viadotto Himera, sulla A19, inagibile dopo il crollo di un pilone, ormai quasi cinque anni fa. “Una vergogna”, scrive il sindacato guidato in Sicilia da Sebastiano Cappuccio, che nelle proprie pagine on line, CislSicilia.it, pubblica un contatore che scandisce l’infinito trascorrere del tempo, da quel 10 aprile 2015.

La vicenda del viadotto Himera è ormai diventata un’altra eterna incompiuta siciliana. L’opera finita doveva essere consegnata a settembre dello scorso anno ma sembra che nessuno se ne ricordi. La sistemazione di una via alternativa non troppo difficoltosa per gli automobilisti dopo un anno di disagi gravi sembra aver spento le polemiche e dunque la pressione mediatica sull’Anas. Di fatto i lavori vanno avanti ma con estrema calma. L’ultima notizia nota risale al 6 novembre scorso. Una notizia che, nonostante fossero passati oltre 4 anni, parlava ancora di slittamenti.

I materiali per la costruzione del viadotto sono arrivati e il montaggio è  affidato alla impresa agrigentina  di costruzioni metalliche Icm&Eng. L’opera, da 8 milioni di euro, si trova  al 40 per cento della sua realizzazione. Il cantiere sulla A 19 era partito a maggio del 2018. L’opera doveva essere ultimata in 16 mesi.  Il ritardo è dovuto all’interramento dell’area dove sorge il cantiere dovuto ad un ulteriore movimento della frana di Caltavuturo, la stessa che ha causato, in precedenza, il cedimento del basamento del pilone e poi, di conseguenza,  del viadotto. Insomma il medesimo movimento di terreno che sta alla base dell’intera vicenda. Ma è anche insorto un altro rilevante problema: la posa in opera del ponte inizialmente era stata prevista dall’alto verso il  basso. Invece il “varo” del ponte è stato invertito e questo costringe alla realizzazione di un basamento di lavorazione.

Saltata la data di settembre da più parti si chiede la nomina di un commissario ad acta come fatto per Genova. Commissario che potrebbe velocizzare le procedure ma che al momento non esiste.

La nuova data è quella di aprile 2020. L’opera dovrebbe essere consegnata, dunque, in tre mesi e mezzo partendo da oggi ma lo stato dell’arte lascia intravedere nuovi ritardi. “L’impegno preso da Anas indicava il mese di aprile 2020 come data di apertura del ponte e noi confidiamo nel senso di responsabilità dell’azienda di Stato” dice a BlogSicilia l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone mostrandosi più fiducioso di quanto non siano i siciliani e le parti sociali, ma poi aggiunge “i siciliani chiedono rispetto e un trattamento paritario a quello di altri parti d’Italia”.

Ma a fronte della fiducia c’è anche l’avvertimento a Roma “Siamo pronti a chiedere sia un risarcimento per i disagi patiti dai cittadini e dal sistema produttivo siciliano che, al Governo nazionale, misure di ristoro sul modello di quanto sta avvenendo in Liguria”.

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