Stabilita la data per le prossime elezioni amministrative fissate, dalla giunta Musumeci, al 24 maggio con ballottaggi il 7 giugno, si aprono le danze per le candidature in attesa della convocazione dei comizi elettorali.

Al voto ben 61 comuni e fra questi due capoluoghi di provincia ovvero Agrigento ed Enna. Al fianco di questi ci sono anche numerosi comuni di un certo interesse dal punto di vista politico, ed alcuni più di altri. Per assurdo l’interesse dei partiti in Sicilia sembra concentrarsi su alcune realtà, anche se i due comuni capoluogo sono, naturalmente, al centro della partita comunque.

Nel centrodestra che governa Palazzo d’Orleans, sembra farsi spazio l’idea lanciata da Forza Italia che punta ad accentrare in capo alle segreterie regionali dei partiti le scelte delle candidature a primo cittadino di almeno sette dei 61 comuni che vanno al voto. Si tratterebbe dei due capoluoghi Agrigento ed Enna, di Termini Imerese nel Palermitano, Marsala nel Trapanese, Barcellona e Milazzo nel Messinese ed Augusta.

Per questi sette comuni l’interesse dei partiti è tale da dire no sin da subito ad eventuali ipotesi di candidatura sostenuta da lista civica. Il centrodestra che governa la Regione siciliana vuole metterci la faccia e quindi stoppa qualsiasi velleità locale o iperlocale e qualsiasi esperienza che non transiti attraverso gli organismi dirigenti regionali.

Forza Italia sembra aver già fatto la sua scelta in questo senso e spinge perchè tutti gli altri partiti della coalizione regionale che sostiene Musumeci la seguano su questo terreno. Se così dovesse essere il tavolo di confronto regionale spiazzerebbe del tutto i partiti dell’opposizione siciliana che sono, poi, anche quelli che in atto sostengono il governo nazionale Conte bis così da costringerli ad una possibile contromossa alla quale forse non sono del tutto pronti. Ma sarà, poi, il ritorno alla centralità dei partiti la scelta giusta per le prossime amministrative siciliane? Questo ad oggi non è dato saperlo, ma questa sembra essere la valutazione preminente.

Primo terreno di confronto saranno le elezioni amministrative nel palermitano. Ottimo terreno per tastare il polso anche alla coalizione. E fra i 17 comuni della provincia di Palermo assume un rilievo strategico ed una straordinaria valenza elettorale il comune più vicino geograficamente al capoluogo di Regione ovvero Termini Imerese: un territorio complesso che ha registrato nel recente passato una storia di difficile governabilità ed eventi traumatici che hanno portato alla fine più di una amministrazione recente. Termini Imerese è anche area di crisi industriale ormai da più di 10 anni a seguito della crisi Fiat ed è anche area di grandi sfide ambientali e di risanamento nonché comune portuale e per questo di interesse atteggiavo anche per il capoluogo della Regione, Palermo.

In questo territorio Forza Italia sembra decisa a sganciare la propria ‘bomba’ buttando nell’agone Francesco Caratozzolo, stimato avvocato del Foro di Termini, già consigliere provinciale e azzurro della prima ora che otterrebbe anche la benedizione di Giuseppe Milazzo l’eurodeputato e del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè.

Su di lui potrebbe convergere anche la Lega grazie al novello asse Miccichè-Minardo-Candiani formatosi di recente a seguito della visita situazionale di Salvini ai mosaici della Cappella Palatina.

Se qualche mugugno c’è nelle file del centrodestra viene da Fratelli d’Italia. A macchia di leopardo nell’isola lascia spazio a riserve e a rivendicazioni. E questo approccio vale anche per la città imerese che lasciano intravedere la possibilità di non sentirsi del tutto a loro agio in questa coalizione. Un sì a denti stretti, però, potrebbe arrivare dal tavolo regionale qualora fossero avocati anche altri comuni nei quali si vota a maggio prossimo. Ed i municipi di Villabate o Misilmeri sarebbero quindi coinvolti, se non in una trattativa vera e propria di natura regionale, quantomeno con delle indicazioni chiare alla coalizione prevedendo di cedere il candidato alle donne piuttosto che agli uomini della Meloni in provincia.

 

Diventerà Bellissima vuol far sentire la propria voce. E quindi chiedendo chiarezza agli alleati vuol approfittare di questa tornata elettorale per incassare qualche risultato e quindi sarebbe pronta a scongelare il senatore Antonio Battaglia o meglio l’ex senatore che ha espresso chiaramente la sua disponibilità a correre ma fino ad ora senza suscitare entusiasmo. Un’offerta che dovrà passare il vaglio attento degli alleati che studiano le mosse opportune per fare la scelta giusta. Oramai i gruppi dirigenti di tutti i partiti sanno bene che sbagliare il candidato sindaco è una sconfitta annunziata non solo per la coalizione ma anche per i candidati al consiglio comunale che nonostante i successi individuali in termini di voti rischiano di restare senza una poltrona nell’assise civica.

Dal lato opposto della barricata, ovvero in area giallorossa, c’è un’altra partita in corso. La prima domanda a cui rispondere è se Movimento 5 Stelle e Pd, alleati al governo nazionale, sceglieranno di correre insieme oppure ciascuno farà corsa a se. Bella domanda che merita una risposta.

Partiamo dal Pd. Il primo grande nodo è rappresentato dal ruolo di Giuseppe Lumia da sempre ras del consenso locale ma non più in grande spolvero dentro il partito negli ultimi anni. Se lui dovesse scendere in campo con i suoi voti e con la sua expertise elettorale potrebbe fare la differenza proprio in casa dei democratici sponsorizzando molto probabilmente Pippo Preti già candidato nel 2017 con un raggruppamento civico e bocciato già al primo turno. In caso contrario potrebbe scendere nell’agone Claudio Merlino che invece ha fra i suoi grandi sponsors tutta l’area Cracolici del Pd insieme all’area degli ex orlandiani fra cui l’ex assessore regionale retino Franco Piro.

Per il Movimento 5 Stelle sarà, ovviamente, importante capire se nel Pd vincerà questa o quella ipotesi. I rapporti fra i pentastellati e l’area Lumia sono da sempre quantomeno burrascosi e dunque l’ipotesi di lavorare su un candidato di questa estrazione potrebbe essere tale da chiudere sul nascere l’ipotesi di collaborazione politica. I grillini, peraltro, nel territorio vantano due sanatori ed un deputato regionale ovvero Antonella Campagna, Loredana Russo e Luigi Sunseri. Con tale forza d’urto potrebbero avere certamente la capscità di esprimere un loro candidato e di appoggiarlo elettoralmente con grande convinzione premiando l’appartenenza agli inciuci elettorali spacciati per intese programmatiche.

Ed infine le liste civiche. Anche se i partiti non le vogliono non è detto che non ci siano. In campo potrebbero essercene almeno due. A sentirsi pronta per la sfida quasi certamente Anna Amoroso, l’ex presidente del Consiglio comunale di Termini Imerese che nella politica locale è ormai da tempo avendo vissuto amministrazioni sia di destra che di sinistra (è stata in campo sia con Burrafato sindaco che con Giunta primo cittadino). Ma ne il centrodestra, né il centrosinistra o i pentastellati la supporterebbero e quindi, l’eventualità di una sua candidatura, resta legata proprio all’ipotesi di far vita ad una lista civica.

In campo fino a qualche settima fa, salvo poi annunciare il ritiro dalla competizione elettorale anche Vincenzo Fasone, già candidato sindaco nel 2017 e sconfitto da Giunta anche se solo per una manciata di voti. Per lui l’ipotesi di costruire una lista civica è sempre un’opzione qualora cambiasse idea mettendo insieme anche un po’ di delusi di qua e di la.

Dunque Termini presenta una situazione confusa e complessa. Partendo da qui il tavolo regionale potrebbe affrontare una serie di incastri per provare a trovare la quadra. Insomma se non si riesce a dare le giuste compensazioni a Termini si possono cedere spazi a Marsala piuttosto che a Barcellona Pozzo di Gotto o barattare comuni più piccoli dove altre realtà sono più radicate.

La partita, dunque, parte dalla cittadina nota per le proteste dei lavoratori ex Fiat e dell’indotto per estendersi ad altri cinque dei sette comuni avocati al regionale. Perchè Agrigento, invece, sembra di fare corsa a se anche in questa trattativa.

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