“Da tempo il governo Musumeci annuncia interventi e verifiche sullo ‘stato di salute’ della rete viaria e delle autostrade siciliane, ma regolarmente non si va al di là degli annunci. Quindi lo chiediamo per l’ennesima volta: a che punto è questa tanto attesa verifica? Quali interventi sono stati effettuati, e quali sono stati programmati per rendere più efficiente e sicura la rete viaria ed autostradale in Sicilia?”. Lo chiede Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars, in una interrogazione parlamentare che sarà discussa nel corso della seduta dell’Ars di oggi, dedicata alla rubrica Infrastrutture e Mobilità.

In una seconda interrogazione (firmata da Lupo e dagli altri parlamentari del gruppo PD) anch’essa all’ordine del giorno dei lavori d’aula, si chiede al governo regionale di intervenire – anche nei confronti del governo nazionale – in merito alle carenze della rete ferroviaria in Sicilia.

L’annuncio dell’opposizione Pd arriva proprio nel giorno in cui le infrastrutture sono al centro di vicende diverse e, per certi versi controverse. Proprio ieri l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha annunciato di aver compiuto una ricognizione sui cantieri in capo al Consorzio per le autostrade siciliane in provincia di Siracusa. Prima tappa del triplo sopralluogo è stato lo svincolo “Mare monti” per Canicattini Bagni, opera rimasta incompiuta per quattro anni dal valore di circa 11 milioni di euro, che il Cas ha sbloccato lo scorso autunno. L’infrastruttura è in fase di completamento ed entrerà in esercizio il prossimo 4 maggio.

Seconda tappa è stato il cantiere della bretella Noto-Pachino, dal valore di 15 milioni, anch’esso riattivato su impulso del Governo Musumeci. “Un anno fa abbiamo trovato i lavori nello stallo, adesso l’opera è stata strappata dalle grinfie dell’oblio – spiega Falcone – e prevediamo di attivare il primo tratto, direzione Noto mare, entro il 15 giugno. Prima di Natale, poi, l’intera bretella sarà completata dando un prezioso sfogo alla viabilità di una zona di alto interesse turistico”.

La giornata si è conclusa con un sopralluogo del delegato alle Infrastrutture del presidente Nello Musumeci al cantiere della Siracusa-Gela, nel primo lotto Rosolini-Ispica rallentato dalla crisi di Condotte spa. Falcone ha preso atto della ripartenza a pieno ritmo dei lavori ed esortato l’impresa Cosedil a fare il possibile affinché si rispettino i tempi. Il primo lotto dovrà essere completato entro i prossimi 16 mesi per tentare di recuperare i 48 milioni del cofinanziamento dell’Unione Europea che, sino all’anno scorso, erano stati revocati a causa dei ritardi.

“Anche a tal proposito – ha precisato l’assessore Falcone, incontrando tecnici e maestranze – domani saremo a Bruxelles per incontrare la commissaria europea Corina Cretu e concordare un percorso per mantenere il cofinanziamento a disposizione della Siracusa-Gela”. Falcone ha già avuto un incontro a Roma con il ministro Barbara Lezzi e il direttore dell’Agenzia per la Coesione territoriale Antonio Caponnetto sulla richiesta di derogare al termine del 31 marzo 2019 quale data di completamento dei lavori e recuperare in extremis i fondi.

E parlando di Cas come dimenticare la polemica a distanza ma forte fra il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ed il Presidente della Regione Nello Musumeci proprio sul ruolo del Cas e sulle opere che governo nazionale e regionale si contendono come realizzate con fondi propri

Altra nota dolente è il caso Cmc.  Il tavolo interistituzionale, aperto al ministero delle Infrastrutture sulla vertenza dei creditori siciliani della Cmc di Ravenna esposti per oltre 50 milioni di euro, ha sancito ufficialmente che la questa settimana l’Anas pagherà direttamente un acconto di 10 milioni di euro ai fornitori strategici, che insieme a tutte le imprese coinvolte nella vicenda avevano acconsentito un mese fa a riaprire i cantieri lungo la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento. Si attende un pagamento che dovrebbe cambiare la situazione e sbloccare i cantieri ma anche dare fiducia a imprese e lavoratori.

Ma mentre si cerca di sbloccare la situazione in un clima di tutti contro tutti, Roma contro Palermo, Palermo contro Roma, opposizione contro maggioranza, e così via, non accenna a placarsi la polemica sulla privatizzazione degli aeroporti.

Marianna Caronia ha presentato una mozione in Consiglio comunale a Palermo per impegnare il sindaco e la giunta comunale ad attivarsi affinché siano mantenuti “sotto l’egida e il controllo pubblico i grandi aeroporti siciliani” e “tutelare l’interesse pubblico predominante relativamente ai due maggiori aeroporti siciliani (anche in considerazione della insularità del territorio e ai fini di una effettiva continuità territoriale)”.

Orlando è il sindaco che, dopo aver cambiato idea in corsa, dichiara che l’aeroporto non sarà privatizzato fino a quando lui è primo cittadino ma è anche al centro di una polemica con Trapani che accusa Palermo di voler fagocitare Birgi e con la Regione che pensa, invece, alla privatizzazione e alla gestione unica degli aeroporti siciliani

Nell’atto depositato a Sala delle Lapidi, Caronia ricorda che “nelle ultime settimane si sono fatte sempre più insistenti le notizie circa l’avvio di un iter normativo per l’alienazione delle società di gestione degli aeroporti siciliani, con una previsione di imposizione della vendita entro 90 giorni”.

Per la presidente del Gruppo misto al Comune “è prevedibile che il privato acquirente a fronte di impegni finanziari per centinaia di milioni di euro, tenderà a massimizzare il profitto a partire dalla imposizione di un cospicuo aumento delle tariffe (come già avvenuto per esempio per gli aeroporti di Roma che applicano la tariffa di 35 Euro, pari a circa il triplo di quella applicata dagli aeroporti siciliani)”.

La scelta di privatizzare con le modalità in discussione, è secondo Caronia rischiosa anche in considerazione del fatto che “i due principali aeroporti siciliani, Catania e Palermo, sono attualmente al centro dell’incremento turistico della regione e le rispettive società hanno effettuato, stanno effettuando ed hanno già programmato per i prossimi anni cospicui investimenti sulle strutture: è quindi facile immaginare che il valore delle stesse società è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi anni, confermando quindi l’errore strategico di una vendita affrettata”.

Allo stesso tempo secondo la consigliera, non vi sono oggi certezze “sulla effettiva destinazione dei proventi della vendita che potrebbero essere utilizzati unicamente per colmare attuali buchi di bilancio o deficit strutturali di enti ed aziende collegate” e non esistono “piani concreti volti al mantenimento dei livelli occupazionali”.

Per Caronia è quindi “indispensabile che il Consiglio Comunale faccia sentire la propria voce, per tutelare l’aeroporti di Punta Raisi come risorsa strategica per il futuro della città” e in tal senso rivolge “un invito a tutti i consiglieri di tutti gli schieramenti per una scelta unitaria non di tipo ideologico, ma volta alla tutela di una struttura fondamentale del territorio”.

Insomma non esiste una visione unica e univoca dei trasporti in Sicilia, del dove andare e cosa fare ma solo tante idee diverse e spesso fra loro incompatibili

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