“Ci auguriamo che la magistratura provveda a punire penalmente i responsabili di questo scempio sociale”. Hanno presentato un esposto denuncia nei confronti della Regione Siciliana e della Città metropolitana di Palermo per interruzione di pubblico servizio. Sono i genitori e gli operatori igienico personali degli studenti disabili siciliani delle scuole superiori che dal 9 gennaio non possono frequentare le lezioni a causa dell’interruzione dei servizi di assistenza e trasporto.

“Ci auguriamo che la Procura  – spiega Donatella Anello, coordinatrice dello Slai Cobas Palermo non faccia come la Regione che ha messo nel cassetto 260 milioni di euro di fondi destinati a consentire che i diritti degli studenti disabili siano garantiti perché l’Ars deve ancora dare un parere”.

Il folto drappello di genitori e assistenti igienico- personali che stamattina si è recato alla Procura di Palermo è stato accompagnato dall’avvocato Vincenzo Catastimeni. Insieme a loro c’erano anche Ivan e Benedetta, due dei tanti ragazzi disabili siciliani che da oltre due mesi non possono andare a scuola.

Subito dopo il gruppo si è spostato davanti a palazzo Comitini, sede della Città metropolitana di Palermo per chiedere un incontro al segretario generale Salvatore Currao. Sembra infatti che le tre cooperative sociali superstiti che svolgono il servizio di assistenza avrebbero manifestato l’intenzione di rinunciare. Questo vorrebbe significare il blocco totale dell’assistenza agli studenti disabili nelle scuole superiori di Palermo e provincia.