Già nel cuore della notte c’era chi piangeva per la morte di Francesco Garofoli, il motociclista morto a Palermo in viale Strasburgo nell’incidente tra la sua moto e una Mini Cooper.

Lacrime e dolore. Ci rivedremo in cielo scrivevano gli amici.

La vittima era alla guida di una Kawasaki Ninja. L’impatto è avvenuto con una Mini Cooper, guidata da un giovane.

Il trentaseienne è stato sbalzato dalla sua moto, si è schiantato per terra ed è morto sul colpo. Sul posto i sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Gli agenti dell’infortunistica stradale hanno effettuato i rilievi per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. Francesco Garofoli era un appassionato di crossfit e si allenava nella palestra di via Lanza di Scalea.

Sono tanti gli amici che increduli su Facebook hanno ricordato nei loro profili l’amico Francesco. Anna scrive: “Sarà lì, sempre! A convincere noi tutti che sei bravo al crossfit e alzi pesi immensi, che dobbiamo fare i grandi e non solo ballare. Lo vedi tre volte, già gli vuoi bene. Un gigante buono. Fatti forza amico mio, e allenati perché al prossimo incontro ti farà sudare”.

Daniele scrive. “Ho conosciuto Francesco molti anni fa e, per diversi motivi non dipendenti da noi, da qualche anno ci siamo persi di vista. Non lo conoscevo benissimo ma per quello che l’ho frequentato posso dire che era una gran brava persona. All’apparenza voleva fare il duro ma era un pezzo di pane. Ho avuto modo di scambiare con lui molti pareri su alcune cose, sulla vita anche, su come affrontarla… Ricordo le spaghettate a casa sua. Dire oggi che mi dispiace davvero un casino è riduttivo. Raccontava delle sue esperienze con la sua Ninja, di quanto era potente, veloce… la stessa che l’ha portato ad andare via. Non aggiungo altro se non le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Spero che dove sarà adesso non gli diano in mano una moto… anche se era la sua passione. R.I.P. Francesco”.

Sabrina scrive: “Devono saperlo tutti che Francesco aveva un cuore enorme e che amava follemente la vita. Motociclista esperto e prudente.
Non avrebbe mai messo in pericolo la sua felicità e quella della sua ragazza Giulia, di mamma Pina e di papà Patrizio.
E a tutti noi che siamo qui a piangerlo, chissà quante ce ne avrebbe dette…”.

Mentre Francesco ricorda il suo grande amico in un lungo post: “Eri un leone, una roccia, ma non hai mai utilizzato la tua forza per fare il bullo o lo sbruffone: infatti ci ripetevi spesso e lo facevi ripetere anche a noi che ‘la forza ha un fine superiore”.

Riccardo scrive: “Mi hai insegnato a non mollare mai, a non crollare,a superare i miei limiti, a non avere paura del dolore o che il ‘dolore è tutta un’invenzione dei comunisti’. Non abbiamo mai avuto lo stesso colore politico ma in quella palestra avevamo tutti lo stesso colore di ghisa d’alzare . Ti ho visto crescere professionalmente, mentalmente e sentimentalmente.

Ti ho visto alzare talmente tanto di quel peso da rimanere sbalordito, ti ho visto amare l’hangar come un figlio facendoci innamorare tutti della palestra e del tuo modo di essere così stranamente genuino per uno come te. Le persone che mi chiedevano dove andassi in palestra io rispondevo: vieni è complicato, Ma è bellissimo! Non posso credere che il Panzer non ci sia più. Mi piace pensare che tu stia raccontando di Pavel e Zonin a tutti e che puoi finalmente vedere i tuoi idoli così da scoprire veramente chi aveva ragione e chi no. Sei stato un grande amico, il miglior allenatore del mondo e per favore Frá inizia a fare 100 Swing e 100 snatch per iniziare poi torna che vediamo un po’”.