Il “total tax rate” per artigiani e piccole imprese arretra con decisione. Lo dice la proiezione del Rapporto annuale dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle Pmi. Secondo le previsioni, l’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà  sotto il 60%.

In particolare scenderà al 59,7 % contro il 61,2% del 2018 e sono 141 i Comuni italiani coinvolti.  In Sicilia la città più virtuosa, con un total tax rate del 57.9%, è Enna, che nella classifica  generale ha guadagnato un posto rispetto a 12 mesi fa: occupa ora la 37esima casella. Ed è in testa anche nella graduatoria del Tax free day, cioè il giorno dell’anno nel quale l’imprenditore smette di lavorare per l’ingombrante “socio fiscale” e comincia a lavorare per sé e per la propria famiglia. A Enna il giorno fatidico si materializza il 29 luglio: necessitano 211 giorni di fatica per pagare i tributi e 146 giorni per i consumi familiari.

Segue Trapani a quattro lunghezze di ritardo. Si trova al 41esimo posto, con un carico fiscale del 58%. Il 30 luglio l’atteso spartiacque: 212 giorni servono per onorare gli impegni con il fisco, i rimanenti 153 giorni per il nucleo familiare. Conquista il terzo gradino del podio Ragusa, che con il 59,2,% si colloca 71esima nella classifica nazionale. Il Tax free day si concretizza il 3 agosto: 149 giorni per i consumi familiari, 216 per pagare i tributi.

Nell’isola la quarta posizione è riservata a Caltanissetta con il 59,4%. Il Tax free day irrompe il 4 agosto con 148 giorni per i consumi familiari e 217 per pagare i tributi.

Palermo si piazza in quinta posizione con un total tax rate del 60%. Nella graduatoria nazionale occupa l’82esimo posto: sale di due gradini in riferimento allo scorso anno. Il capoluogo siciliano si libera della ghigliottina fiscale il 6 agosto (10 giorni in meno rispetto al 2018)  con 146 giorni occorrenti per i consumi familiari e 219 per pagare i tributi.

È in 102esima posizione generale Siracusa, sesta nella classifica isolana. La percentuale della pressione fiscale si attesta sul 61,1. Tax free day il 10 agosto: 142 giorni per consumi familiari e 223 giorni per pagare i tributi.

C’è poi Agrigento, 111esima in graduatoria nazionale, settima in Sicilia con il 61,6%. Il 12 agosto si tratteggia il confine: 140 giorni per i consumi familiari, 225 per pagare i tributi. Messina staziona al 116simo posto in graduatoria: è penultima nell’isola con il 62,5% del carico fiscale. Il tax free day cade per ferragosto, con 137 giorni per i consumi familiari e 228 per pagare i tributi. L’ultima città siciliana, in tema di pressione fiscale, è Catania con il 69%.  Free day 26 agosto con 126 giorni per i consumi familiari e 239 per pagare i tributi.

“I dati e i numeri prodotti da questo Rapporto – spiegano i vertici regionali di Cna Sicilia – fanno registrare segnali complessivamente incoraggianti, frutto in particolare dell’innalzamento al 50%  della deducibilità Imu sugli immobili strumentali, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 su pressione della nostra Confederazione che ne ha fatto un cavallo di battaglia”.

Ma c’è ancora molto da fare secondo il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione “sia nei confronti del governo di Roma che di quello della Regione, ma  anche nei confronti delle amministrazioni locali. Chi lavora e produce, nel rispetto delle regole e del mercato, va sostenuto e aiutato anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa e attraverso l’accesso al credito. Rispetto a quest’ultimo tema, stiamo preparando un Focus a Palermo, nel corso fotograferemo la situazione  che riguarda la Sicilia e il Mezzogiorno d’Italia”.

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