Terremoto e rischio sismico non sono priorità o almeno  i finanziamenti per l’emergenza o per la prevenzione devono sottostare ai vincoli dei patti di stabilità e questo ne impedisce, spesso, la spesa. Per far fronte al’emergenza ed evitare le tragedi occorre svincolare questi fondi dai lacci e lacciuoli imposti al sistema ddi controllo dei bilanci pubblici.

“Il Governo regionale intervenga su quello nazionale, perché in sede europea si concordi che siano esclusi dal Patto di Stabilità e da tutti i conteggi relativi ai vincoli europei non solo i finanziamenti necessari a fronteggiare l’emergenza immediata, ma anche quelli indispensabili per la ricostruzione nelle zone terremotate e per le opere di prevenzione sulle aree sismiche”.

A chiederlo, i parlamentari regionali Musumeci, Formica, Barbagallo e Assenza, che, accogliendo la proposta giunta dal movimento Azione Nazionale, hanno presentato una mozione, nella quale si chiede – fra l’altro – di sottrarre le risorse indispensabili per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia dal prossimo contributo annuale dell’Italia al Bilancio UE.

Nella stessa mozione si impegna il governo regionale a richiedere e ottenere una profonda revisione dei criteri di ripartizione del Bilancio UE che consenta la riduzione strutturale del contributo finanziario a carico dei Paesi esposti al rischio di catastrofi naturali e impegnati a realizzare grandi piani di messa in sicurezza dei propri territori. Rischio, che vede la Sicilia fra le regioni italiane maggiormente esposte. Fra le richieste, anche una riprogrammazione immediata di tutti i Fondi Europei oggi non utilizzati, per consentirne un immediato utilizzo ai fini della prevenzione del rischio sismico e idrogeologico.

I deputati chiedono, infine, -qualora tali proposte non fossero accettate dall’Unione Europea- di comunicare alla Commissione europea che si comincerà a trattenere unilateralmente dal contributo netto dovuto al bilancio UE, i fondi necessari alla prevenzione delle emergenze sismiche ed idrogeologiche del Paese, per garantire la sicurezza dei cittadini e del patrimonio edilizio, produttivo, culturale e religioso dell’Italia”.

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