“Mastro, ma quanti ni cumminammu stasira?”

L’ha affermato Lello Analfino, vestito di bianco e scatenato sul palco per concerto che si è tenuto ieri sera al Teatro di Verdura di Palermo, che ha visto in scena i Tinturia affiancati dall’Orchestra Giovanile Siciliana, diretta da Alberto Maniaci.

Un’accoppiata che ha funzionato, rivelandosi vincente e molto gradita dal “virtuosissimo pubblico”, come l’ha definito il cantante, che non si è smentito rompendo gli schemi, come da tradizione. Ad aprire lo spettacolo l’amatissimo brano ‘Nicuzza’ e a seguire una serie di pezzi storici riarrangiati  tra cui ‘Donna riccia’, ‘Luna’, ‘Jovanotto’, ‘Occhi a pampina’, ‘92100’, ‘Abballu Senza Sballu’, ‘U pisci spada’, ‘Libera la mente’ e ‘Cocciu d’amuri’, riproposto per il bis.

Un totale di sedici brani che, insieme ai più recenti successi contenuti nell’ultimo album ‘Precario’, hanno ripercorso la storia della band, intervallata continuamente dal dialogo con pubblico.

Così il cantante scende dal palco e invita una donna a salire per ballare, invita anche due addetti ai lavori che uscendo di scena si scambiano un bacio sulle labbra ed è subito selfie. Ma si parla anche di tematiche importanti e delicate come il femminicidio. Analfino si complimenta poi con i ragazzi dell’orchestra e si rivolge persino al direttore, che risponde a modo e piace il gioco di ruoli che si viene a creare. Si battono le mani a ritmo di musica, qualcuno si alza e danza sul posto. A fine serata il teatro s’illumina con le torce dei cellulari accese all’unisono.