Sono andate avanti per tutta la giornata e fino a sera i rilievi del Ris di Messina a Caccamo. Prima nei pressi del campo di calcio, poi sul luogo dove è stato trovato il corpo di Roberta Siragusa e anche a casa di Pietro Morreale.

Nulla viene lasciato al caso. Ogni indizio in questa fase è importante per cercare le prove per ricostruire quanto successo la notte tra sabato 23 e domenica 24.

Il giorno dell’autopsia

E oggi si potrebbero avere nuove risposte agli interrogativi ancora non risolti in questa vicenda. Gli inquirenti attendono risposte da Messina.

Qui sarà eseguita prima una Tac “total body”, poi l’autopsia. Oggi pomeriggio, il medico legale Alessio Asmundo proverà a rispondere alla domanda rimasta senza risposta nell’indagine sull’omicidio della diciassettenne Roberta Siragusa. Come è stata uccisa la ragazza? La giudice delle indagini preliminari di Termini Angela Lo Piparo ha incaricato il docente di Messina di fare tutti gli accertamenti necessari. Che verranno eseguiti al Policlinico della città dello Stretto.

All’autopsia parteciperanno anche i consulenti nominati dalla difesa di Pietro Morreale, il fidanzato accusato dell’omicidio, e quelli della vittima, che sono Stefania Zerbo e Manfredi Rubino nominato dagli avvocati Giuseppe Canzone e Sergio Burgio. Ieri, l’avvocato Giuseppe Di Cesare ha rinunciato al mandato, l’indagato ha nominato gli avvocati Raffaele Bonsignore, di Palermo, e Gaetano Giunta, di Catania.

Una prima relazione del medico legale, sul luogo del delitto, aveva parlato di “volto tumefatto, specie nella regione orbitale laterale sinistra”, un passaggio che i pm avevano riportato nel provvedimento di fermo.

Le ipotesi investigative

Roberta potrebbe essere stato colpita al volto dal fidanzato, e poi forse strangolata. L’assassino non si è fermato, ha bruciato la parte superiore del corpo della giovane. Ha scritto la gip nell’ordinanza di custodia cautelare: “Può ritenersi che Morreale, mosso da una fortissima gelosia e da un sentimento morboso maturato nei confronti di Roberta, l’abbia uccisa dopo aver tentato un approccio sessuale e poi le abbia dato fuoco, abbandonandola nella scarpata”. Ha aggiunto la giudice: “Basta uno sguardo al corpo dilaniato di Roberta, nuda nella parte superiore del corpo, con i jeans slacciati, con il volto tumefatto, con il cranio ferito (forse con i capelli rasati) ed in parte bruciato, a tradire uno spessore criminale che va immediatamente contenuto”.

Angela Lo Piparo ha chiesto di verificare se quei capelli rasati siano stati un ultimo sfregio per Roberta, “in una orribile manifestazione di disprezzo e svilimento della sua identità femminile”.

Le contraddizioni

Il giudice ha sottolineato diverse contraddizioni nelle indicazioni fornite dal giovane e dai suo familiari, ha scritto: «Pietro Morreale ha trascorso con Roberta Siragusa gli ultimi senz’altro tragici momenti della sua vita. Il giovane ha detto di non averla uccisa ma, seppure in un coacervo di dettagli ancora da chiarire, il compendio probatorio a suo carico è estremamente grave. Roberta ha il corpo dilaniato, è privo di vestiti dal tronco in su e non è totalmente bruciato. Roberta si sarebbe dovuta dare fuoco dopo essersi denudata in parte ed abbassata i pantaloni, ciò che appare assolutamente inverosimile”.

Gli altri accertamenti

Sono stati disposti anche accertamenti sull’auto di Pietro Morreale, gli esperti del Ris, che domani parteciperanno pure all’autopsia, sono alle ricerca di tracce di sangue. Con quell’auto, Morreale trasportò il corpo della fidanzata sulla montagna del belvedere di Caccamo.

Terminata l’autopsia, la salma verrà restituita alla famiglia. Roberta tornerà a Caccamo. Ad attenderla un intero paese che già si è stretto attorno alla famiglia.

 

Articoli correlati