Nessun giudizio affrettato sull’azione del Governo Musumeci ma Sicindustria parla chiaro sulle emergenze e sulle priorità della Sicilia. A parlare con BlogSicilia è il presidente vicario Alessandro Albanese responsabile territoriale anche per la provincia di Palermo.

Quali sono le richieste del mondo degli industriali nei confronti di questo nuovo Governo regionale?

“La situazione economica della Sicilia è imbarazzante. Possiamo dire sicuramente che sulle attività produttive siamo indietro, molti bandi sono fermi, sulle aziende partecipate non mi pare che si ingrani con quelle fusioni che si erano auspicate. Penso si stia discutendo troppo, e facendo poco. Mi sembra che ci sia un Governo in attesa, stavolta delle elezioni europee. Quel che noi affermiamo è  la necessità azioni incisive ed una finanziaria regionale che parli all’ impresa che rimane il vero motore sviluppo. Non si può sempre pensare soltanto alle risorse per pagare forestali e personale precario e poi mancano i soldi per gli investimenti.
Ci vorrebbe un vero Governo della rivoluzione e della discontinuità. Partiamo dalla macchina regionale: si  cammina sulle gambe di molti dipendenti e pochi dirigenti formati. Occorre un patto:  si mandano in quiescenza alcuni dipendenti e si assumono dirigenti con competenze precise. Questo lo dico perchè la politica deve dare spiegazioni economiche e dirci a chi affida la macchina burocratica”.

Se dovessimo individuare delle priorità?

Sul piano delle priorità per noi la sburocratizzazione rimane un punto essenziale, aspettavamo la legge annunciata che ancora non si è concretizzata. Non possiamo vivere di slogan fammi vedere che se un funzionario non rispetta i tempi per il rilascio di un’autorizzazione viene punito. Abbiamo anche proposto di fare un Suap con Infocamere per il rilascio delle autorizzazioni regionali. In secondo luogo occorre lavorare molto sulle infrastrutture guardando a pochi ma ad importanti interventi ed infine la defiscalizzazione.

Sicindustria che ruolo gioca e sopratutto che azioni mette in campo per le imprese?

“L’impresa resiste malgrado tutto, per passione voglia e necessità.  Noi al di là dei nostri servizi organizziamo iniziative per la messa in contatto tra le imprese e  per l’internazionalizzazione. Ma  occorre avere una Regione  che dovrebbe investire con criteri manageriali: per esempio nel campo dell’internazionalizzazione bisogna  mandare funzionari con competenze e delegazioni di imprese che vanno ad esplorare mercati esteri. Su questo settore dobbiamo lavorare perchè rappresenta un’importante occasione di sviluppo. Una grande regione come la Sicilia non può vivere solo di turismo.

Come stanno vivendo le prime azioni del Governo Nazionale nei confronti del Sud e del Mezzogiorno?

“C’è un problema serissimo sul Def, non ci sono assolutamente investimenti per i giovani. Appiattirsi su immigrazione, sulla riforma  Fornero ci ha fatto dimenticare totalmente questa categoria eccezion fatta reddito cittadinanza. Quello che ci aspettavamo erano misure fiscali, sgravi contributivi. Stiamo facendo misure di assistenzialismo che non servono per la crescita del Sud. Occorre una riforma strutturale, un cuneo fiscale per i prossimi cinque-dieci anni per far lavorare i nostri ragazzi.

Cosa significa trovarsi alla guida di Sicindustria in questo particolare momento di cambiamento?

Il mio è un ruolo di transizione attendiamo lo sviluppo delle vicende giudiziarie note. Noi non siamo giudici, il presidente Catanzaro si è autosospeso, appena avremo più chiaro tutto avvieremo consultazioni. Io in questo momento condivido ogni scelta con i vari responsabili territoriali c’è una sorta di direttorio. Quel che posso dire che come associazione stiamo crescendo per numero associati.

Lei riveste il ruolo di presidente di Confindustria Palermo che momento politico amministrativo vive il capoluogo?

“C’è un po’ di confusione anche a Palermo, ognuno deve fare la propria parte. Non possiamo pensare che tutte colpe siano dell’amministrazione. E’ vero la città è sporca ma non possiamo pensare che tutte le responsabilità sia del Comune o della Rap che non funziona. Qui c’è un tasso di inciviltà ai massimi livelli e va fatta un’operazione culturale fortissima. Le maggioranze variabili ci possono essere e ci sono sempre state ma la verità è che bisogna affrontare i problemi anche quelli irrisolti e nei tempi giusti. Insomma la ‘raddrizzata’ deve riguardare tutti: amministrazione, consiglio comunale e cittadini.