“Quanto è successo ieri all’Università di Palermo è grave. Non è possibile essere trattati in questo modo. Da settimane chiedevamo aule confortevoli e calde per svolgere le lezioni. Non è ammissibile che una responsabile della facoltà ci risponda che se sentivamo freddo potevamo stare a casa o vestirci con abiti da neve. Sono corsi molto importanti quelli per il sostegno. Per tutti rappresentano la stabilizzazione lavorativa e non è consentita l’assenza perché altrimenti si perde il titolo”.

Chiedono rispetto i corsisti dell’abilitazione al sostegno che si svolgono all’Università di Palermo che ieri hanno visto la collega andare via in ambulanza tremante e con le labbra nere. Sono in tanti a seguire le lezioni oltre 2 mila corsisti e pagano a testa quasi 4 mila euro.

“In aula c’era freddissimo”

“Ci sono colleghi che vengono da diverse province e che partono da casa anche alle cinque. Si arriva e non si può entrare in aula prima delle otto. Si resta fuori ammassati al freddo. Ieri nell’aula c’era freddissimo. A seguire le lezioni oltre alla collega cardiopatica finita in ospedale ci sono tante donne incinte che morivano dal freddo nonostante l’abbigliamento pesantissimo – aggiunge un corsista – Si sta per ore e ore seduti nei banchi è davvero complicato studiare a quasi zero gradi. Poi dopo la protesta quello che sembrava impossibile prima si è avverato. Siamo stati spostati in un aula più calda. Andremo fino in fondo a questa vicenda. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Attendiamo l’esito della indagine interna dell’Università poi decideremo il da farsi”.

Il racconto della corsista

“Ho una cardiopatia ed è da due settimane che in aula si gela. Dai climatizzatori sembrava uscisse aria fredda. Eravamo vestiti come se dovessi andare sulla neve“.

E’ il racconto della corsista dell’Università di Palermo protagonista involontaria del secondo caso di ipotermia durante le lezioni in una struttura pubblica palermitana. La giovane è stata trasportata in ospedale ieri, sabato 28 gennaio.

Me la sono vista brutta

“Me la sono vista brutta. Avevo le labbra nere e non riuscivo più a muovermi. Ero come paralizzata. Prima del malore (in aula c’erano anche donne incinte), sono andata più volte in bagno per cercare un po’ di calore nei dispositivi per asciugare le mani – aggiunge – Sono due settimane che insieme agli insegnanti chiediamo di risolvere questa situazione incresciosa. Le lezioni durano molte ore, sono impegnative, come è giusto che sia, ma dovrebbero essere garantite le condizioni adeguate per seguire al meglio il corso”.

La replica dell’Università

“Abbiamo avviato un’indagine interna per appurare quanto sia accaduto e per prendere le dovute e necessarie misure in merito a questa situazione incresciosa ed inaccettabile – dichiara il Direttore Generale dell’Università degli Studi di Palermo, Roberto Agnello – Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista”.

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