Quest’anno saranno 15 i mezzi aerei a disposizione in Sicilia per fronteggiare gli incendi nella stagione estiva; nove sono messi a disposizione dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, quattro dei quali finanziati dalla Regione siciliana in convenzione con forze armate e carabinieri e che ha trovato le risorse, circa 50 milioni di euro.

Altri sei mezzi sono previsti dal bando di gara già emesso, le buste saranno aperte il 10 maggio. A fare il punto sul sistema di organizzazione della campagna antincendio, che quest’anno parte con anticipo rispetto alla data del 10 giugno stabilita dalla legge, sono stati il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, il responsabile della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli e quello regionale Calogero Foti, il comandante dei vigili del fuoco Ferdinando Franco, gli assessori al Territorio e all’Agricoltura Toto Cordaro ed Edy Bandiera. Il piano è stato presentato in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

“Abbiamo fatto tutto quello che ci era consentito dalla legge e dalle risorse disponibili – ha detto Musumeci – in uno spirito di collaborazione con Roma e con le forze dell’ordine. Al corpo forestale si accompagnerà un servizio interforze: vigili del fuoco, Arma dei carabinieri. Abbiamo una dotazione di mezzi e di uomini che dovrebbe consentire di potere gestire tutte le aree boschive e quelle che possono essere oggetto di incendi naturali e spero non dolosi. Quest’anno abbiamo aggiunto una dose di ottimismo in più, passione attenzione”.

Il capo della Protezione civile ha sottolineato che con l’avvio in anticipo della campagna antincendio la Regione “ha introdotto un segno di discontinuità rispetto al passato”. Oltre ai mezzi aerei, la Sicilia può contare su 200 torrette antincendio “e – ha affermato il direttore della Forestale, Filippo Principato – su oltre 400 tra autobotti e furgoni e 6 mila lavoratori dell’antincendio”. Inoltre, ha evidenziato il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, quest’anno altri 250 volontari formati”.

Ma del cambio di filosofia fa parte anche un altro importante intervento. Un’unica centrale operativa h24 per la gestione delle emergenze, compreso il 118, in Sicilia che metta insieme i vari dipartimenti regionali, inclusa la Protezione civile e il corpo forestale.

Anche questo progetto è stato annunciato oggi dal presidente Nello Musumeci, rispondendo ai cronisti in conferenza stampa assieme al capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli. “Penso a una struttura sofisticata, senza gelosie tra i dipartimenti – ha detto Musumeci – che coinvolga sanità, territorio e ambiente, Protezione civile”. Intanto anche quest’anno, per la campagna antincendio, si proseguirà con la convenzione che già l’anno scorso ha consentito ai soggetti in campo di operare in coordinamento. “Ci saranno due funzionari, uno dei vigili del fuoco e l’altro della Protezione civile nelle sedi regionale e provinciale del corpo forestale – ha spiegato il direttore della forestale Filippo Principato – L’anno scorso il servizio è stato efficiente”.

Ma il governo guarda già oltre questa stagione. “Subito dopo la manovra finanziaria, il governo si occuperà finalmente della riforma dei forestali, dei consorzi di bonifica e di adeguare la Protezione civile regionale alle normative nazionali” ha aggiunto il presidente.

Inevitabile il passaggio sui temi politici che Musumeci aveva fatto durante la visita ufficiale al Comune di Gravina. Al centro della discussione soprattutto legati a bilancio e finanziaria che non sono partiti col piede giusto oggi a sala d’Ercole. “Oggi inizia al Parlamento regionale il dibattito sulla finanziaria, l’appuntamento più importante di ogni ente locale. Ed è la prima finanziaria del mio governo, che ha dovuto fare i conti con una realtà assai difficile. Ma stiamo lavorando per una riforma della finanza locale perché, continuando di questo passo, gli enti locali in Sicilia, comuni e province, non avranno più futuro. Non possiamo più garantire neppure i servizi essenziali”.

“La Regione – ha aggiunto – ogni anno paga 1 miliardo e 350 milioni di euro allo Stato per ripianare la finanza pubblica. Invece di ricevere risorse noi siamo costretti a dissanguarci per finanziare lo Stato. E nel frattempo alcune entrate, che lo Statuto contempla dal 1947, continuano ancora ad essere negate. Abbiamo un indebitamento di 8 miliardi e mezzo. Non riusciamo a chiudere neppure il bilancio ordinario e, se non fosse per i fondi extra regionali, non avremmo neppure la possibilità di investire nelle opere pubbliche”.

“Per fortuna – ha proseguito il governatore – i fondi extra bilancio ce lo consentono. Abbiamo 6 miliardi da spendere ma non abbiamo trovato un progetto e stiamo quindi lavorando per redigerli e mettere le imprese nelle condizioni di costruire strade e scuole”.

“L’altro giorno – ha continuato Musumeci – abbiamo presentato un bando per 272 milioni di euro solo per l’edilizia scolastica, dalla materna alle superiori. I principali progetti ai quali dobbiamo lavorare sono la viabilità, la riqualificazione dei centri storici e l’edilizia scolastica. Poi c’è il problema degli anziani, avvertito anche a Gravina perché la popolazione cresce sempre di più. Nei prossimi 10 anni la Sicilia sarà la regione con il più alto numero di anziani oltre i 65 anni e chi governa ha il dovere di garantire, assicurare o facilitare una vecchiaia in serenità. Tutto questo pone un problema serio di programmazione e di risorse finanziarie”.

“Abbiamo scoperto – ha detto – che in Sicilia ci sono 12.000 disabili gravissimi. Lo scorso anno se ne conoscevano appena 2500, il che ha comportato uno stanziamento di 220 milioni di euro. Sono troppi e per questo avvieremo indagini su furbizie, imboscati e fannulloni”.

Musumeci ha concluso il suo intervento ricordando agli amministratori gravinesi che “la politica non è una professione ma va fatta con professionalità e rispetto per l’avversario. Essere eletti non è il punto di arrivo ma di partenza”.