La scoperta casuale di una tegola romana con un il bollo di una mammella diventa la causa di uno studio lungo e meticoloso che porta ad una scoperta inaspettata.

Il libro di Andrea Masi “Ciminna. Notizie storiche e archeologiche” è diventato oggetto di curiosità tra gli studiosi per aver dato finalmente una risposta scientifica alle tante supposizioni e a volte invenzioni sulle origini di Ciminna, piccolo paese dell’entroterra siciliano, ma in antichità luogo di incontro e di scambio di popoli dagli Elimi ai Fenici e i Greci fino ad arrivare agli Arabi e ai Normanni.

Attraverso documenti inediti ed evidenze archeologiche inizia un viaggio a ritroso che parte dallo studio degli stemmi e delle nobili famiglie siciliane che hanno posseduto le terre di Ciminna fino all’età preistorica.

Due sono le rivelazioni da questo studio: la scoperta del fondatore di Ciminna in età normanna e l’individuazione della famiglia romana che le diede il nome.

Una pergamena del 1123 rivela come fondatore di Ciminna, Gioperto De Lucy, originario della Normandia e uomo fedele del re Ruggero. Ma ancora un altro caso ha portato all’altra sensazionale scoperta.

Come dice lo stesso autore: “Per sbaglio, invece di scrivere su internet Chiminna, scrissi Chimenna. Stavo per cancellare quando vidi un articolo della professoressa Korhonen dell’università di Helsinki, Finlandia che menzionava due epigrafi di età imperiale di Termini Imerese riportanti il nome di due donne Coponia Chimenna e Domitia Chimenna”.

Le due lapidi, dimenticate tra i magazzini del museo civico di Termini Imerese, sono oggi l’incipit per capire l’origine del toponimo Chiminna, che potrebbe avere origini elimi o addirittura etrusche. Tali studi hanno potenziato ancora di più le azioni di ricerca nel territorio da parte della Soprintendenza in collaborazione con l’Associazione Culturale Genesis Ciminna.

Il libro verrà presentato martedì 12 alle 18.30 alla Chiesa di Santa Maria di Valverde.