La vertenza Covisian che tiene col fiato sospeso 543 lavoratori tiene banco ed arriverà in parlamento. “Oggi i dipendenti di Covisian hanno occupato la sede di Palermo. Si tratta di una situazione che, giorno dopo giorno, si fa sempre più difficile. Il Governo deve intervenire immediatamente per trovare una soluzione positiva per questi lavoratori. Bisogna riportare ITA Airways, che, lo ricordo, è un’azienda a totale controllo pubblico, al tavolo delle trattative. Dopo l’incontro che si è tenuto la scorsa settimana al Ministero del Lavoro, conclusosi con un nulla di fatto, l’Esecutivo non ha fornito ulteriori dettagli. L’imperativo è fare presto”. Lo afferma Davide Aiello, deputato siciliano del M5S componente della commissione Lavoro.

“Presentato question time in commissione ministero Lavoro”

“Per tale motivo – spiega – ho presentato un question time in commissione al Ministero del Lavoro per sapere quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire il rispetto dell’accordo siglato in sede istituzionale il 21 ottobre 2021, il rispetto della clausola sociale e la salvaguardia dei livelli occupazionali di tutti i 543 lavoratori operatori dell’ex call center Almaviva di Alitalia in gran parte in servizio a Palermo. I lavoratori si aspettano risposte precise. Bisogna impedire che, nel difficile momento che stiamo attraversando, 543 persone si ritrovino senza impiego” conclude Aiello.

In mattinata la protesta dei lavoratori a Palermo e la lettera a Mattarella

Monta la rabbia dei lavoratori Covisian ed Almaviva in merito agli scarsi risultati sul fronte della vertenza ITA. Dopo essersi riuniti nei pressi della sede di Covisian in via La Malfa, i dipendenti hanno deciso di occupare stamattina gli uffici. Una decisione che arriva in mancanza di segnali positivi in merito alle trattative che li riguardano.

Una forma di protesta molto forte quella intrapresa dai lavoratori che hanno anche inviato una lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ecco cosa scrivono.

“Disattese le basi della Costituzione”

“Carissimo Presidente Mattarella, siamo i 543 lavoratori del call center ex Alitalia. Ci rivolgiamo a Lei, quale organo garante della nostra Costituzione, quale uomo del Sud, fiero delle sue origini e espressione della Giustizia. Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Nella nostra vertenza le basi della Costituzione vengono disattese ed è proprio lo Stato a ignorare queste norme”.

“Buttati fuori, è stato tutto uno scherzo?”

“Qualcuno sostiene che il Sud è “l’Italia che non piace”. E invece Presidente, questi 543 sono dei gran lavoratori, che per 20 anni sono stati la voce della compagnia di bandiera italiana e lo hanno sempre fatto con serietà, dignità e orgoglio. Abbiamo creduto in un accordo siglato alla presenza del Governo, che ci impoveriva economicamente, ma che ci garantiva di poter continuare a lavorare in modo onesto e dignitoso e invece dopo 6 mesi
ci buttano fuori. Si rende conto Presidente? Dopo 6 mesi, ci dicono che è stato tutto uno scherzo, che questo accordo non c’è più, dissolto nel nulla, mai esistito, carta straccia”.

“Lo Stato snobba lo Stato, creata macelleria sociale”

“Presidente, siamo tutti LICENZIATI! Perché? Cosa è successo? Di chi è la colpa? Gli attori principali di questa vicenda, ITA e Covisian, si addossano reciprocamente le colpe e si dichiarano parti lese. E se loro sono parti lese noi cosa siamo? I colpevoli? E di che? Presidente può ben capire che la situazione è assurda. Lo Stato snobba lo Stato. ITA non si presenta al tavolo. Una mancanza di rispetto assoluta nei confronti di noi lavoratori e di tutti i cittadini italiani, che hanno contribuito, loro malgrado, alla creazione di ITA, che ricordiamo partecipata al 100% dallo Stato. Non è possibile pensare che un manager, messo in quella posizione dallo Stato, rifiuti di partecipare a un tavolo convocato da chi lo ha messo lì. Un manager pagato con i nostri soldi, al quale vengono promessi dei premi per creare una macelleria sociale”.

“Chiediamo solo di continuare a lavorare”

“Presidente lei il Sud lo conosce bene. Sa quanto è difficile trovare un lavoro, immagini quanto lo sarebbe per 543 persone oltre i 40 anni. Le persone che hanno in mano le nostre vite giocano a chi è più ricco, mentre noi chiediamo solo di continuare a lavorare, per poter garantire alle nostre famiglie una vita dignitosa. Palermo e Rende non possono permettersi 543 famiglie per strada. Noi lottiamo ogni giorno per far luce su questa vicenda e non ci fermeremo, sempre con l’educazione e la dignità che ci contraddistingue. Lotteremo fino a quando avremo le forze per sconfiggere l’assordante rumore del silenzio che ci vuole avvolgere, ma dal quale riusciremo ad uscire urlando la nostra disperazione e la nostra rabbia”.

“Catastrofe economica e sociale”

“Presidente, quale futuro immaginare per colpa di uno Stato che non ci garantisce, che ci umilia e ci maltratta ignorando quelli che sono i Principi della Costituzione? Chiediamo a Lei, in quanto capo dello Stato, organo super partes, garante della Costituzione di portare al tavolo le parti coinvolte e invitarle a rispettare l’accordo firmato, perché il mancato rispetto dell’accordo porterebbe a una catastrofe economica e sociale, che avrebbe serissime ripercussioni su tutto il territorio nazionale”.

“Noi licenziati dallo Stato”

Concludono i lavoratori: “Se è vero che la Costituzione è la legge che disciplina l’intero ordinamento giuridico e che non può essere violata, allora facciamo in modo che coloro che possono e devono intervenire sull’esito di questa vicenda non dimentichino mai l’art. 4. Infine, ringraziandoLa per l’impegno che Lei siamo certi metterà, La invitiamo a lottare con noi e per noi affinché lo Stato non rinneghi lo Stato, e non si renda complice delle ingiustizie e degli illeciti ormai evidenti in questa vertenza. #543licenziatidallostato”.

Articoli correlati