Alcune donne siciliane vittime di violenza lavoreranno per un anno all’interno dei punti vendita Ergon distribuiti nell’isola. È lo scopo del progetto “Donne Condottiere” che è stato approvato dall’assessorato regionale alla Famiglia ed è guidato dall’agenzia per il lavoro Civita srl. È un progetto rivolto a donne che hanno vissuto in contesti familiari problematici e che oggi cercano il loro riscatto, attraverso la formazione e l’esperienza professionale.

Iniziativa coinvolge dieci donne

L’iniziativa, che coinvolge in totale dieci donne, segnalate dai servizi sociali di alcuni Comuni, ha già previsto una prima fase di orientamento e di formazione, terminata con un esame finale e con il rilascio di un attestato di qualifica professionale di addetto alla cucina, e ora si è avviata alla seconda fase, dedicata al tirocinio.

Lo Magno “Occasione di crescita”

La Ergon, vicina alle donne vittime di gravi difficoltà e disagi familiari, ha fin da subito mostrato disponibilità rispetto al progetto. “Per un anno intero diamo la possibilità a quattro delle dieci donne partecipanti al progetto di svolgere il tirocinio retribuito presso altrettanti punti vendita – spiega Concetta Lo Magno, direttrice area marketing di Ergon – Un’occasione di crescita, di emancipazione che le aiuterà a tornare a guardare al futuro con speranza e, ci auguriamo, con maggiore serenità”. Le donne, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, sono già al lavoro nei punti vendita a cui sono state assegnate.

D’Amore “Percorso non semplice”

“Non è stato un percorso facile – commenta la dottoressa Nanda D’Amore, responsabile di Civita srl – è tanta la fatica e le difficoltà non sono mancate, anche legate alla pandemia, ma grazie ai nostri partner e sostenitori ci impegniamo per potere dare a queste donne una possibilità, con la speranza che al termine del tirocinio per loro arrivi un finale positivo. A quel punto sarà davvero una bella storia che saremo felici di raccontare!”.

A Ragusa panchina rossa in punto vendita Interspar

La Ergon, su iniziativa fortemente voluta dalla Cif di Ragusa (Centro Italiano Femminile), ha installato oggi all’ingresso dello store Interspar del capoluogo ibleo una panchina rossa come simbolo contro la violenza sulle donne.

“La panchina, oltre che immagine ormai ampiamente riconosciuta a livello globale – commenta Concetta Lo Magno, direttrice area marketing Ergon – rappresenta la scomparsa di tutte quelle mamme, mogli, figlie che non potranno più occupare quel posto. L’iniziativa vuole anche spronare tutte le donne che quotidianamente, anche sul nostro territorio, subiscono una qualsiasi forma di violenza di genere, a denunciare, a rivolgersi alle forze dell’ordine”.

Una battaglia che Ergon vuole combattere assieme alle vittime, cercando di accompagnarle nel percorso delicato di ricostruzione di una vita. L’installazione di oggi non sarà sicuramente sufficiente a fermare questo dilagante e preoccupante fenomeno ma vuole porre l’attenzione di tutti sull’urgenza di realizzare fin da subito una vera e propria parità di genere.

A questo scopo, è necessario e utile veicolare ancora una volta il messaggio che lo Stato è impegnato quotidianamente a difesa delle vittime tramite l’importantissimo strumento del numero verde antiviolenza 1522. Un servizio attivo h24 in cui operatrici e operatori specializzati sosterranno in tutto e per tutto le vittime di violenza e di stalking.

Gurrieri “Le donne vittime di violenza non sono sole”

Soddisfatta Venerina Gurrieri, presidente comunale Cif Ragusa: “Grazie al management che ha aderito al nostro progetto ed alla dott. Concetta Lo Magno che ha collaborato, è stata installata la panchina sulla quale abbiamo fatto incidere la frase ‘Per te e per qualunque donna che conosci ricorda che non siamo sole’ perché vogliamo far capire che le donne vittime di violenza non sono sole, devono poter contare sul supporto di tutti noi. Il dato delle vittime di femminicidio, già drammatico, torna a salire nel 2021, e va notato che il numero degli omicidi in realtà è in discesa, mentre sono le vittime di sesso femminile a salire”.

Prosegue: “Ma quando si parla di violenza contro le donne non si deve intendere unicamente la violenza fisica dentro le mura domestiche ma anche quella psicologica economica. Un fenomeno di carattere strutturale e non più emergenziale. Dobbiamo chiederci oggi che cosa dobbiamo e possiamo fare per contrastare questa piaga grave e inaccettabile. Puntare il dito contro gli stereotipi e i pregiudizi, proprio loro alimentano infatti le discriminazioni e la violenza ai danni delle donne e occorre educare al rispetto abbattendo con strumenti culturali adeguati la mentalità e i meccanismi di una società ancora profondamente maschilista”.

Don Filippo Bella “Vittime che abbiano coraggio di denunciare”

Per l’iniziativa è arrivato anche il messaggio di don Filippo Bella, padre spirituale del Cif: “La violenza nei confronti di chiunque è insostenibile ed intollerabile. Quando poi avviene nei confronti di persone in situazioni di difficoltà o di povertà è ancora più biasimevole, così come può essere nel caso specifico di quella sulle donne. Preghiamo affinché coloro che subiscono violenze abbiano il coraggio di denunciare i fatti e riacquisire la loro dignità”.

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